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La Via degli Dei: il cammino negli Appennini

Passeggiate e cammini nella natura – Foto U. Paege

La Via degli Dei, è il cammino Romano, in auge anche nel periodo medioevale, che collegava Bologna e Firenze. Qui il camper non può farci compagnia, è impossibile. Ma anche fare trekking è stimolante e i panorami, l’atmosfera rilassante appagano appieno la nostra voglia di libertà.

La Via degli Dei

Una sera qualunque di pochi mesi fa un’amica mi telefona e mi propone facciamo la “Camminata degli Dei”?  Potevo dirle di no? No. Infatti!

È un percorso che si svolge intorno ai mille metri di altezza, la durata per intero è normalmente prevista in sei giorni. La partenza e l’arrivo, attraversando due regioni, inizia e termina in due piazze storiche, vanto dell’Italia nel mondo: da Piazza Maggiore a Bologna a Piazza Della Signoria a Firenze.

Insomma, una sfida è una sfida e non mi piace tirarmi indietro.

Ecco come l’abbiamo progettata

La via degli Dei, basta uno zaino

Voglio raccontarvi di questo nostro progetto e di come lo abbiamo organizzato. Diciamo subito, che non avendo a disposizione l’intero periodo necessario a fare il percorso intero, abbiamo saltato la prima tappa.

La partenza è definita dal Monte Adone, nei pressi di Sasso Marconi e la destinazione è Madonna dei Fornelli, frazione di San benedetto val di Sambro, sempre nel bolognese. Vicino c’è il laghetto di Castel delle Alpi. È la tappa più impegnativa del percorso.  Non tanto per i 25 km da percorrere, quanto per le indimenticabili e faticosissime salite di Monte Adone che rendono tutto mooolto faticoso, ma unico. Si passa dai castagneti di Monzuno e attraversando la strada gotica romana, andata quasi interamente distrutta dalla guerra e proseguendo per la località le Croci, eccoci arrivate finalmente all’obiettivo del giorno: Madonna dei Fornelli. Visita obbligata al santuario del 1600, della Madonna della Neve.

La notte, stanche, ma soddisfatte sostiamo “Alla Casa degli Dei”, posto di pellegrinaggio, dove finalmente possiamo rifocillarci e riposare.

Giorno due: passo della Futa

Il secondo giorno, la nostra sfida prevede di raggiungere il valico dell’Appennino, che ci consente di attraversare l’Emilia e di giungere in Toscana. Siamo sul passo della Futa a 903 metri di altezza, per la precisione.  Non è stato faticoso come il giorno precedente, anche i chilometri sono di meno. Qui incontriamo la via Flaminia militare e lo sguardo si perde verso ampi prati e paesaggi indimenticabili, nel momento in cui attraversiamo La Piana degli Ossi.

Arrivando alla Futa, è assolutamente doverosa una visita al Cimitero Germanico.  E per rimanere in tema, alloggiamo sul far della sera, nell’albergo “Il Sergente”. Accogliente e si mangia bene, il che direi non guasta!

Giorno tre: San Piero a Sieve

Il terzo giorno l’arrivo è previsto, partendo dalla Futa a San Piero A Sieve nel fiorentino. Altra splendida tappa, certo la stanchezza comincia a farsi sentire in modo evidente, ma non molleremo. Questo è certo! 

La zona e per tre quarti sentieri, ci sono boschi e bellissimi panorami. Si vede un bel pezzo di Appennini e vicino al Mugello, (ricordate il posto del record annullato?)  passeremo da Santa Lucia e vedremo il Monte di Fò.  Ma il nostro obiettivo, mio e della mia compagna di avventure, è quello di fare una variante al percorso ufficiale.

Vogliamo entrare nel “bosco ai Frati”. Dicono sia un posto “incantato”, non possiamo non visitarlo. Atmosfera è quasi irreale, vicino al convento dei Frati “osservanti o zoccolanti”. Finché giungiamo a San Piero A Sieve, è una chicca di cittadina piccola, ma ben curata qua se non siamo troppo stanche ci sarebbe la Fortezza di San Martino da vedere, vediamo come siamo messe. In serata alloggeremo al B&B e poi …buonanotte!!

Giorno quattro: Vetta le Croci

Ohhh siamo al quarto giornooo sono certa che le gambe cominceranno a metterci alla prova, ma zaino in spalla oggi dobbiamo arrivare alla vetta le Croci, a mezzacosta circa 500 metri slm. Sempre nel fiorentino.

Passiamo dal Mugello e attraversiamo il Castello del Trebbio, si proprio quello della famiglia dei Pazzi, quelli della congiura contro la nobile famiglia dei Medici e il santuario di Monte Senario, uno dei più importanti della regione. Non sono i chilometri di strada in questa giornata …direi appena una ventina, ma la stanchezza inizia davvero a farsi sentire. Ci aiuta la forza di volontà e arrivati alla Vetta le Croci, io e la mia alter ego ci salutiamo. L’hotel di Bivigliano ha preparato un comodo letto per la nostra notte toscana.

L’ultima tirata: Firenze 

Domani entreremo trionfalmente a Firenze.

Piazza della Signoria, con tutta la sua bellezza è lì, pronta ad accoglierci. Passando da Olmo e poi da Poggio Pratone, incontriamo Fiesole, chi non la mai sentita nominare? Attraverso i suoi splendidi panorami ci accompagna nel capoluogo toscano. Sono emozionata per tanti motivi, quasi tutte ragioni e sentimenti interiori. Nell’enfasi del racconto non vi ho detto che quest’avventura è capitata a fine maggio.

La mia analisi, la mia morale

È facile che nel cammino si conoscano altri pellegrini …miracolosamente in questi cammini si parla tutti la stessa “lingua”. Ci sarebbero mille e più cose da dire, ma il senso del viaggio non è la meta, ma il vivere questa esperienza al massimo. Il piacere di condividere le fatiche, il peso dello zaino, i sorrisi, le difficoltà, le gioie e la stanchezza.

Imparare ad apprezzare quello che si ha, trovare l’energia in un bosco incantato, godersi un raggio di sole uscito dalla nebbia, il fango sulle gambe, rimanere senza fiato a guardare dei campi verdi.

Se ti stai chiedendo se la Via degli Dei, sia un trekking o un cammino, la risposta di Mariapia , cioè la mia  è che tutti i trekking sono cammini se li compi con lo spirito del cammino: disponibilità a mettersi in gioco, tensione verso una meta, spirito di adattamento, opportunità di socializzazione. Può esserci una componente spirituale e/o meditativa.

“Vivi la Via sulla tua pelle e lo saprai”!

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