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La Svizzera dell’Italiano medio è quasi tutta inventata

La nuvola artificiale di Nicola Colombo in Piazza del Sole a Bellinzona (foto MBC)

La Svizzera sia in meglio che in peggio. Luca Tramontin, apre la rubrica a modo suo. Rugbista, hockeista, storico, “Rock and Roll Animal”, poliglotta, plurilaureato? Chi conosce bene Luca Tramontin riassume tutto con la parola: RIBELLE. In questa nuova rubrica il filologo con il fisico da Olimpiadi mette in dubbio il nostro senso della percezione e della verità con esempi molto pratici e curiosi.

BeliEVIL CredereMALE

Che scherzi ci fa la nostra percezione? Sono sempre stato attratto e spaventato da come una frase casuale, uno slogan, un fumetto, una battuta fraintesa o un errore di battitura formino e incrostino una percezione sbagliata per l’eternità. Succede in ogni campo. Quante cose crediamo verissime solo perché le sentiamo spesso? Quante volte ci troviamo a dire “wow, credevo l’esatto contrario”? Quante volte siamo disposti a fare marcia indietro? Purtroppo quasi mai”. Luca Tramontin

Il mediotalo non ci imbrocca mai

Il mediotalo non ci imbrocca mai, idealizza, penalizza o equivoca ed è convintissimo di quello che ha sentito dire, crede di pensarlo, di averlo visto o vissuto di persona personalmente, come il Catarella di Montalbano.

Se ti metti in mezzo passi subito per quello che difende gli svizzeri, vieni digrignato di sbieco come uno che difende il datore di lavoro per avere una promozione (credeteci o no, succede anche a me e a Tina Turner, la mente umana non ha confini).

Questa nazione-creazione interessante e irreale si basa soprattutto su

– analogie con altri paesi

– comodità giornalistiche

– tristissimi e mai aggiornati echi migratori del secolo scorso

– inabitudine all’uso elementare del contesto

– battute di comici (bravi e scarsi)

– idea fissa che il razzismo verso i popoli ricchi non sia tale

– quella dei soldi

Tutti convinti che gli svizzeri parlino perfettamente le 3 lingue nazionali, che invece sono 4 e raramente sono parlate bene dalla stessa persona (quanti dialoghi Berna – Chiasso si fanno in inglese, quante volte devo io tradurre per tutti), che tutti siano puntualissimi (vedi battuta sugli orologi), che non è vero. È però vero che il ritardatario è visto male e non con la simpatia coccolona dell’Italia. Comunque i ritardatari e i tirapacchi ci sono.

Che gli immigrati più bravi siano qui in Svizzera e quelli meno bravi vengano mandati in Italia. Sì, ciao. Che tutti siano ricchissimi per via delle banche. Tutti convinti che non ci sia mai traffico.

Congiuntivite solerte

Che i CH siano solerti (ho dovuto guardare il dizionario) e che parlino un italiano freddo ma rigoroso. Ovvio: immagini una specie di crucco vestito da bonifico, come fai ad approcciare la realtà e guardarti intorno? In Ticino si parla un italiano normale, che senza confine sarebbe una variante regionale, terribile (cerco di abituarmi, di fare il moderno ma non son bon) la “congiuntivite”. Anche i giornalisti, anche i titoli dei giornali (ho conservato un «Credo che i playoff sono possibili»).

Tutti dicono di no, ma nel nostro mestiere si registra e si riascolta tanto. Devi convivere con lo «speriamo che vanno» e con il «credo che ha sofferto».

Io predico bene ma razzolo che mi viene da urlare.

Analogie con altri paesi

In generale gli stereotipi vengono riciclati e rimescolati molto, in tutti i campi. Gli svizzeri vengono visti come una crasi tra tedeschi ed ebrei: il mediotalo fa la somma, toglie l’October Fest, toglie il “sono molto uniti tra di loro” e poi via di certezze algebriche.

Se dici chela Svizzera è un paese agricolo scattano lo sguardo di compassione e la krukkanalogy con l’Altoadige: «avranno al massimo un po’ di mele tipo l’Altoadige». L’Italiano che viaggia con gli occhi aperti invece sa che in periodo di vendemmia in Ticino, Romandia e molti altri cantoni le strade sono intasate dai trattori. Se guidi per decine e decine di chilometri e vedi distese di campi coltivati a ortaggi significa che è un paese agricolo.

Sono un tipo semplice, scrivo storie inventate solo per lavoro, per il resto mi guardo intorno senza pre-decidere cosa vedrò o penserò, caro vecchio trucco che molti trascurano.

Comodità giornalistiche

Anche giornali che stimo e leggo usano il sempre efficace “Gli Svizzeri vogliono chiudere agli Italiani” al posto di (per esempio) “I residenti chiedono di scaglionare il traffico dei frontalieri”.

Io sono residente ma non sono svizzero, e molti che passano il confine di mattina sono frontalieri dall’Italia ma non italiani. Come potrebbe essere? La Lombardia e il Piemonte sono pieni di stranieri. Quindi tra i residenti ci sono molti italiani, slavi, rumeni, nordafricani. E tra i frontalieri anche. Ma l’indignazione Italiabuona-Svizzeracattiva è troppo redditizia.

Echi migratori

È verissimo e vergognoso, nella Svizzera del Nord c’erano luoghi vietati agli italiani.

Se dici (se fai presente) che succedeva anche a Torino per i Veneti e in mezzo mondo, passi per quello che difende (ancora) invece che per quello che è stato educato a dare un contesto. Se aggiungi che spesso gli italiani venivano confusi con i ticinesi stessi dicono che sei troppo precisino.

Sono emigrante, orgoglioso figlio di emigranti, rognoso difensore di emigranti. Critico a nastro e mi frega niente di difendere nessuno, i miei amici svizzeri mi vogliono bene perché funziono così.

Orson Wells e Mai dire Gol per esempio

Orson Wells ha detto che gli Svizzeri hanno inventato solo il cucù, che è una bella battuta, ma se sei predisposto male la fai diventare un dogma, una bussola per guardarti intorno. Se invece scavi un po’ nel mondo della ricerca scientifica (sì sì, lo so, il CERN di Ginevra e quel coso di Higgs, etc. etc.) ti accorgi che la Confederazione sforna inventa, innova, ospita cervelli che non possono innovare e inventare altrove. Vedi SPORT CRIME che in Italia «o diventa tipo Don Matteo o fa una brutta fine”. La prima serie della storia sull’investigazione sportiva sarà svizzera.

Gli Svizzeri di Mai Dire Gol

Li consiglio aggressivamente. Tutta la grande comicità “razziale” (vi prego non editatemi il termine, è giusto) è basata sull’idea stereotipata che si ha di un popolo, e non sulla realtà del popolo stesso, anche se va benissimo pescare da quest’ultima. Guai censurare, guai pensare che la ragazza Coccodè di Arbore sia anti-donna, ve lo dico io, è contro il manager televisivo maiale.

Il Signor Rezzonico, il tenente Huber, Gervasoni, forse Uber Alles, la Signora Ulrike ci rimbalzano in testa: chi vive in Svizzera si sganassa e dice “è vero, per gli italiani è tutto così, anche mia mamma crede che la Svizzera sia così”. Chi vive in Svizzera trova geniali Aldo, Giovanni e Giacomo.

Rende molto

Poi purtroppo ci sono i comici scarsi (pieni il cabaret e il parlamento) che sanno benissimo che una cattivata a inglesi, tedeschi, svizzeri e austriaci crea molto consenso interno. Usano le cattiverie razziste in piena immunità, sanno che nessun pregiudizio sopra il Brennero si chiama razzismo.

Rende senza costo, senza rischio, unifica, compatta, fraternizza, elettoralizza, unica eccezione (articolo a parte) Scozia e Irlanda. Hai mai sentito un politico polemizzare con il Portogallo o con la Spagna? Hanno una classifica, sanno bene chi razzistare e chi no.

I soldi arrivano qui perché qui sono più canaglie e il paese è piccolo

Questa è indelebile, il caos tra segreto bancario, paradiso fiscale, Braccobaldo Show e interessi favorevoli permette ogni tipo di discorso da economista a chiunque, a patto di essere presuntuosamente tecnico.

Se chiedi “Allora perché non fanno la stessa cosa anche in xy che è piccolo uguale”?  Passi (here I go again)  per quello che difende il sior paron, se ti metti a parlare di neutralità e ONU ti dicono “professorone”, o peggio (cito una zia che per fortuna ho perso per strada) FILLOSOFO! La peggiore delle accuse.

Danni

Tutto interessante, con le persone giuste anche divertente, ma molto limitante a livello lavorativo. Molti mi chiamano perchè sono senza soldi e vogliono venire nella Svizzera inventata invece che in quella reale, ho accompagnato due imprenditori veneti in giro per questi uffici e non lo farò mai più. Occasioni perse, soldi persi, pregiudizi che danneggiano i due lati del confine.

Humor e core

Monte Generoso, dopo la messa il sacerdote si lancia con il Parapendio (foto MBC)

Chiudo con lo stereotipo peggiore, tipo Hit Parade: gli svizzeri non hanno senso dell’humor. Io ogni giovedì sera (partita di hockey) fatico di addominali per le sganassate nel post partita quanto per il gioco nel durante.

Questa visione da esseri superiori e inferiori non va sottovalutata: togliere la capacità di divertimento, di ironia, di alleggerimento a un popolo è molto grave, molto razziale, consola poco che sia riservata praticamente a tutti i nordici (ancora: a eccezione di scozzesi e irlandesi, quelli “c’hanno er core” come noi).

Questa la tengo per me

Poi c’è uno stereotipo vero, mi brucia molti ma ho dovuto arrendermi: gli svizzeri si fanno fregare da un tipo specifico di emigrante, una nicchia precisa e spietata, il folpone o (termine che mi irrita peggio del congiuntivo mancante) lo svizzerotto esiste, temporaneamente, raramente, ma c’è.

Sicuro di essere frainteso rimando il capitolo a un prossimo BELIEvil.

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