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La Scala ricorda Paolo Grassi. Nasceva cento anni fa

Paolo Grassi e Strehler – Foto E. Piccagliani

Milano e la scala ricordano Paolo Grassi. Francesca Camponero, come sempre, esprime le sue passioni quando scrive di cultura. Come quando ha scritto del “Festival Internazionale di Nervi”.

Paolo Grassi nasce a Milano

Era il 30 ottobre 1919 quando a Milano nasceva un personaggio che ha fatto la storia del teatro in tutte le sue forme artistiche, Paolo Grassi.

Fin da giovane Grassi scoprì un’innata passione per il teatro che lo portò nel 1937 ad allestire una rappresentazione, Bertoldissimo, di cui curò la regia. Ma un’altra sua passione era scrivere ed infatti dopo la collaborazione con numerose riviste nel 1939 ricoprì l’incarico di vicedirettore critico de Il Sole, per poi diventare responsabile culturale dei GUF di Forlì nella nuova rivista Via consolare. La collaborazione proseguì proficua fino al giugno 1941, quando in pieno conflitto mondiale fu espulso dal GUF “per attività indipendente“. Ma di lui si ricorda soprattutto che nel 1947 insieme a Giorgio Strehler e la moglie Nina Vinchi fondò il Piccolo Teatro di Milano

Il suo pensiero

“Il teatro per me è come l’acqua per i pesci…. Attraverso il teatro io penso tutto il resto: io vedo la politica attraverso il teatro, vedo l’urbanistica. Lo intendo come un momento catalizzatore, un momento centrale di interessi, di attenzioni, un punto obbligato attraverso il quale passa un dialogo, pubblico o anche segreto, anzi è più importante quello segreto. “diceva Grassi.

..E quello di Strehler

Mentre Streheler, suo compagno di avventura, si esprimeva così nei suoi confronti:”Il Piccolo non ci sarebbe stato se non ci fosse stato l’uomo, l’intellettuale della prassi quotidiana accanto a me: Paolo Grassi. Grassi è stato unico, nella storia culturale di Milano, d’Italia e dell’Europa. Per me è stato uno stupendo costruttore di cultura nella realtà della storia, in un paese così povero di uomini, che siano al tempo stesso poeti, visionari e figure capaci di calarsi nel concreto delle cose, senza dimenticare mai gli ideali più alti”.

Coerenza e matrice classica

Infatti va ricordato che Grassi ha attraversato da leone l’epoca della guerra, della resistenza, della liberazione, del boom economico e poi del consolidarsi dello strapotere dei partiti dentro ogni agenzia culturale, mantenendo saldamente il timone dei massimi organismi di spettacolo nazionali come il Piccolo, la Scala e la Rai. Non ha mai taciuto le sue opinioni anche quando sarebbe stato più comodo (il suo dissenso contro le contestazioni del ’68 furono molto criticate anche dai suoi più stretti collaboratori e ancor più le sue invettive contro le feroci lottizzazioni del servizio pubblico televisivo) poiché restò fedele fino in fondo a un’interpretazione di matrice classica della cultura che, amalgamando energie ribelli, stimola all’ordine, alla disciplina, al rigore nel far bene il proprio mestiere.

I cinque anni di passione

Paolo Grassi con Chaplin e la moglie – Foto Foto E. Piccagliani

Quando dal 1972 al 1977 ricoprì il ruolo di sovrintendente del Teatro alla Scala passò indiscutibilmente cinque anni di passione. L’attività della Scala in quegli anni era minacciata da una situazione economica drammatica e una incessante turbolenza politica. Eppure sotto la sua guida furono anni formidabili. Il livello artistico era garantito dalla presenza di Claudio Abbado e da una squadra di direttori ospiti trai quali basterà ricordare Carlos Kleiber, ma anche dal contributo di compositori come Luigi Nono e di registi come Strehler, Ponnelle, Ronconi. Ma la tempra di combattente e la capacità di visione di Grassi si concretizzano anche nell’apertura senza precedenti della Scala alla Città e al Paese. Il commendator Severgnini crea un teatro inclusivo fondando quello che oggi si chiama Servizio Promozione Culturale, e le forze artistiche della Scala sono ovunque in città, dalle scuole alle fabbriche alle piazze. Inoltre con la diretta dell’Otello che apre la stagione 1976-1977 inaugura un rapporto con la Rai che dura ancora adesso.

Grassi e la terza rete RAI

Paolo Grassi e la Regina Elisabetta – Foto Foto E. Piccagliani

Fu grazie a lui che dal 1977 al 1980, sotto la sua presidenza, si ebbe l’avvio della terza rete televisiva RAI e fu ancora grazie a lui che la tv nazionale implementò la produzione di film e sceneggiati televisivi, tra cui spiccano ‘L’albero degli zoccoli’ di Olmi, ‘Padre padrone’ dei Taviani, ‘Molière’ di Ariane Mnouchkine e ‘Gesù di Nazareth’ di Zeffirelli.

A lui è intitolata la Scuola di Arte Drammatica di Milano che nel 1951 fondò assieme a Giorgio Strehler, la Scuola Civica Paolo Grassi è un punto di riferimento formativo per il mondo teatrale italiano. Collegata nei suoi primi anni di vita al Piccolo Teatro, in seguito gestita dal 1967 dal Comune di Milano, entra a far parte nel 2000 della Fondazione Scuole Civiche di Milano, di cui costituisce il Dipartimento di Teatro. I suoi corsi coprono la completa gamma di attività professionali nel campo dello spettacolo.

Il Teatro La Scala gli rende merito

Il Teatro alla Scala lo ha ricordato, mercoledì 30 ottobre alle 17: 30 con un convegno presso il Ridotto dei Palchi “A. Toscanini” a cui hanno preso parte anche i registi Daniele Abbado e Filippo Crivelli.

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