La pillola del martedì: “Come se fossi sano” il libro di Denei
La pillola del martedì. Un’altra puntata del libro miracoloso di Carlo Denei: “Come se fossi sano”. Dopo la prima parte pubblicata la scorsa settimana, che chiarisce il suo bisogno di scrivere, ecco un altro “pezzo”(la pillola) utile a tutti. Ipocondriaci e non.
stranezze del corpo umano
Non sento più lo stomaco. Allarme rientrato? E chi lo sa! L’anno non poteva iniziare peggio, in ogni modo sono contento d’aver deciso di appuntare i sintomi. Domani finalmente è l’Epifania, che tutte le rogne se le porta via.
befana a chi?
Oggi, 6 gennaio, la fidanzata ha preteso un regalo in quanto “Befana”. Se glielo avessi fatto di mia spontanea volontà si sarebbe offesa.
Mi pare di sentirla: “Che idee sono? Ti sembro una Befana?”. Non avendo un regalo, ho dovuto portarla al luna park. Come spesso accade, in questo posto ho trascorso momenti da incubo. Ho rifiutato le montagne russe, il veliero che si capovolge e gli autoscontri, tutti giochi che Olga adora. Alla fine ho dovuto cedere sul brucomela, dove ho lasciato un anno di vita. Inutile nasconderlo: soffro pure il brucomela. Dopo un solo giro, il mio stomaco ha mandato un telegramma di protesta.
Lo schifoso pomeriggio è poi finito amaramente: giocando al tiro a segno ho vinto un pesce rosso. Volevo lasciarlo lì perché era brutto: un pesce rosso, di colore nero! Però la mia ragazza ha insistito: “Non puoi continuare a vivere solo, hai bisogno di un animale da compagnia”. Un pesce mi fa compagnia? E così, per non sentirmi dire che facciamo sempre come voglio io, facciamo sempre come vuole lei.
Da oggi, a farmi compagnia, ci sarà un pesce rosso, che è di colore nero. S’è mai visto?
acquisti non preventivati
Siamo sotto il segno del capricorno, ma per me è già “acquario”, infatti ho comprato la boccia e il mangime per il mio animale da compagnia.
La signorina del negozio s’è raccomandata affinché cambi l’acqua tutti i giorni e pulisca la boccia due volte a settimana, quindi d’ora in poi dovrò toccare l’acqua fredda anche in caso di raucedine.
Non è la prima volta che mi capita di dovermi occupare di qualche bestiola.
Quand’ero bambino la mia salute era molto cagionevole. Ogni volta che mi pigliavo una bronchite, mia madre per consolarmi mi regalava un pesce rosso. Per una radiografia un canarino, per un esame del sangue una cocorita. Tutti animali che io non chiedevo.
Magari a quei tempi li passava la mutua. Intendiamoci: a me piacciono gli animali, ma amo vederli liberi nei boschi, negli abissi marini o nei documentari di Piero Angela. Tant’è, da quando ho memoria, non fanno che regalarmi bestie.
Ricordo che dopo l’intervento alle tonsille erano venuti a trovarmi nonne, zie, cugini e in tutto ricevetti otto criceti.
Nessuno pensò a una gabbia. Vagavano tutti e otto per casa allo stato brado. Poi un giorno venne un nostro parente alla lontana, uno al quale piacevano i criceti e ne mangiò sette. Ne rimase uno, il più veloce, al quale comprammo una gabbietta. Il negoziante ci suggerì: “Prendetegli la ruotina, così può correre”.
Mai commesso un errore più grave: il roditore entrava in questa ruota e correva tutta la notte, e soltanto di notte, facendo un rumore pazzesco. Andava a una velocità tale che, collegando alla ruota una dinamo, avrebbe illuminato il tinello facendoci risparmiare un bel po’ di soldi sulla bolletta dell’Enel.
Dopo un mese i miei genitori decisero di liberarsene con un’inserzione su Secondamano.
Il testo diceva: Cedesi, anche in regalo, criceto come nuovo, ben tenuto, ventimila chilometri.
Nonostante l’esperienza del criceto, gli animali continuarono ad arrivare regolarmente. Andando avanti negli anni, mi regalavano bestie sempre più grosse, un’escalation. Non più animali di consolazione per i miei malanni, ma premi legati ai miei successi scolastici: per la promozione in quinta elementare un mastodontico gatto castrato, per la licenza media un labrador.
Abbandonai gli studi per evitare una mucca.
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