La crisi dell’elettricità in Cile coinvolge anche l’Italia con ENEL
Maltempo e crisi nella distribuzione di energia elettrica (ENEL)
Negli ultimi giorni, i giornali cileni hanno ripetutamente riportato le parole #crisi, #catastrofe e #Italia. Perché? L’azienda che fornisce energia elettrica a una buona parte della popolazione del paese sudamericano è parzialmente finanziata da capitali provenienti dall‘Europa, con una partecipazione anche dello Stato italiano.
Enel è il nome della compagnia internazionale che si occupa della distribuzione elettrica. Tra le regioni servite c’è Santiago, la capitale del paese situato nel sud del continente americano. È proprio in questa città e in gran parte della zona centro-meridionale del paese che una tempesta ha provocato venti fino a 124 chilometri all’ora, abbattendo migliaia di alberi e pali della luce, causando un blackout di massa che in alcuni quartieri di Santiago è durato diversi giorni. A causa del fronte climatico, migliaia di persone sono rimaste senza elettricità. L’impotenza di chi paga somme elevate per il servizio e si è trovato al buio è stata totale.
Il 23,6% delle azioni di ENEL S.p.A. è di proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano. In altre parole, lo Stato italiano ha un’influenza diretta nella crisi energetica cilena, una situazione che sfiora l’ambito diplomatico.
Ma come è arrivato lo Stato europeo a essere proprietario dell’energia elettrica cilena? I precedenti storici indicano che tutto è iniziato con la privatizzazione dei servizi di base negli anni ’80. All’epoca, il paese era governato dal dittatore Augusto Pinochet, che manteneva una politica economica neoliberale.
Maltempo e … tempesta diplomatica
Come era prevedibile, la situazione ha superato i confini nazionali e il Cile ha incaricato il Ministro degli Esteri, Alberto van Klaveren, di contattare il suo omologo italiano. “Di fronte alla gestione discutibile di Enel in Cile, il Presidente Gabriel Boric mi ha incaricato di chiedere al nostro ambasciatore a Roma, Ennio Vivaldi, di prendere contatto con i rappresentanti di Enel in Italia“, ha spiegato il ministro cileno. Lontano dal placarsi, il conflitto è aumentato: “L’ambasciatore è stato contattato dal consigliere diplomatico della Presidente Giorgia Meloni, che ha espresso la preoccupazione del Governo italiano e la disponibilità a contribuire affinché Enel mantenga i suoi impegni nel nostro paese“. Le comunicazioni tra Cile e Italia continuavano mentre nelle strade il malcontento di migliaia di persone cresceva. Con temperature vicine allo zero (pieno inverno nell’emisfero sud) e con più di quattro giorni senza elettricità, il governo del Presidente Gabriel Boric ha minacciato di revocare la concessione a chi detiene la proprietà dell’azienda.
Il presidente cileno ha letto una dichiarazione pubblica dal Palazzo Presidenziale La Moneda, chiedendo alle compagnie di anticipare i risarcimenti per i danneggiati, e ha ordinato di riesaminare la concessione a Enel, filiale della multinazionale italiana omonima che distribuisce elettricità alla maggior parte della capitale.
“Ci sono aziende, come Enel, che hanno cercato di risparmiare denaro mentre ci sono persone che sono ancora senza luce in casa… È assolutamente inaccettabile“, ha detto Boric.
Quale sarà l’esito di questa storia che mescola finanza, utili milionari, relazioni diplomatiche e l’indignazione di un popolo senza luce? È ancora presto per azzardare una risposta, poiché non si sono ancora esaurite le conseguenze di una tempesta tra due paesi distanti 12 mila chilometri.
Corresponsal Sudamerica