La corsa impressionista e Pipin Ferrari
La corsa impressionista
La corsa rilassante ha delle tecniche posturali, respiratorie e mentali tutte sue, diverse da quelle dello scatto, dell’allungo, dell’endurance, etc. Ed è un peccato che vengano sottovalutati i benefici percettivi, succede perché tutti sanno la teoria (anche il web*) ma rari (e io ho tanta fortuna) ti sanno insegnare la pratica. Noi la chiamiamo «Corsa impressionista» perché accentua i colori, stampa le immagini in testa, ti lavora per via ormonale sulla retina e, se sei alimentato e mineralizzato bene, anche ti allucina un po’.
Non mi ricordavo più di Giuseppe Pipin Ferrari, me lo hanno “tirato fuori” gli articoli di Globetodays, bellissimo quello di Cademartori su Pipin&Milano-Sanremo e quello di Roberto Ardizzone sulla Belle Epoque. Decenni fa, quando non avevo ancora studiato il modo per allucinare beneficamente la mente tramite i pesi e la corsa, ero andato a Dolceacqua perché avevo visto dei quadri di Ferrari. Era andata così: un’amica che faceva atletica sapeva che ero appassionato di Impressionisti e mi ha fatto vedere un libro o album (non ricordo) con quelle pitture bellissime fatte a Dolceacqua.
«Se ti piacciono gli impressionisti dovrebbe piacerti anche questo». Preso in pieno.
Lei si allenava per delle gare di atletica, così, un po’ per risparmiare tempo un po’ per istinto, mi ha portato lì, e abbiamo corso in giro, piano, guardandoci intorno. Nella fatica gratificante e nel caldo le stampe che avevo visto a casa sua (non c’era internet quindi non ne avevo a disposizione in tempo reale) si legavano a quello che vedevo correndo.
«Ecco, vedi, quello è il ponte», le indicazioni, le pennellate in memoria, il ponte reale, tutto accavallato. Allenandoci.
Il bis lo abbiamo fatto alla «Pigna»
Il bis lo abbiamo fatto alla «Pigna» di Sanremo, sempre “a traino” di un quadro. Magari ne ha fatti molti, ma io ne ricordo uno. Più ripida, affollata, un altro tipo di corsa. E di impressionismo.
Ogni tipo di corsa dà una prevalenza ormonale diversa alla mente, anche gli scatti brutali e l’osservazione immediata subito dopo hanno un valore esperienziale alto, ma si tratta di due effetti diversi. Ce ne sono 5 tipi. Mi viene da aggiungere una parte all’allenamento di corsa impressionista: il richiamo.
Ovvio che nel subconscio qualcosa di bello resta, soprattutto l’idea che correre abbia molti modi e molti effetti, ma la «impressionista» forse merita un bloc notes che impedisca di dimenticare stupidamente per anni corse (che in realtà sono vacanze in sé) così impressionanti e impressioniste.
* Adesso tutti bravi a inventare sigle. Tutto metamorfico, transformational, hormo-magic. Basta che suoni bene e non sia verificabile. E i somari pagano.
Autore TV, Scrittore, Atleta