Investimenti e arte una vera e propria provocazione
Meglio del mattone
Negli ultimi dieci anni in Italia, l’arte ha reso meglio del mattone, affidandosi a consulenti esperti.
“Art Dealer” perché? Perché l’arte rimane un investimento ad alto rischio, se non si conosce bene il mercato.
Non solo i collezionisti più attivi, ma anche i semplici risparmiatori negli ultimi anni si stanno avvicinando a questo mondo affascinante e molto redditizio. La tendenza è di investire anche e soprattutto su artisti emergenti, dove si possono realizzare delle buone plusvalenze, perché l’investimento rispetto a un artista “storicizzato” è di gran lunga inferiore.
Gli artisti emergenti
Quando si ricercano artisti emergenti, bisogna essere cauti, è importante non basarsi solo sulla community social che l’artista ha costruito nel corso dei suoi anni, ma è fondamentale mettere a fuoco l’evoluzione dell’artista e la sua attrattiva internazionale. Il rischio maggiore che può capitare con un artista emergente è, che cessi del tutto la propria attività e non abbia quindi alcun mercato, ed è proprio per questo che è buona norma affidarsi a un vero e proprio “Art Dealer”.
L’Artdealer non è nient’altro che un professionista che deve saper tutelare il “collezionista investitore”. Deve fornire informazioni pratiche. Deve essere in grado di prevenire i reati di falso, ricettazione e riciclaggio, deve porre attenzione e tutelare il diritto d’autore e dedicarsi alla promozione dell’artista nel mercato internazionale , tenendo conto anche del “diritto di seguito”.
Il mercato sempre più in crescita richiede professionisti che non si occupino esclusivamente, del contatto tra domanda e offerta, ma di figure molto qualificate che abbiano una conoscenza del diritto anche in fase contrattuale. Scelta comunemente esercitata ancora in forma approssimativa e dilettantistica, perché spesso non supportata dalla conoscenza del diritto stesso e dei limiti applicabili alla vendita dell’opera e di conseguenza alla tutela del patrimonio della clientela che investe in questo settore.
Il made in Italy
Un aspetto da non sottovalutare è il made in Italy. E’ importante conoscere le regole per la compravendita e l’esportazione in Europa e nel mondo mutuate dal codice dei beni culturali. Così com’è essenziale la cooperazione con il diritto , i critici d’arte e fiscalisti per la classificazione e la prova di autenticità delle opere. Non solo, ma anche per scoprire i vantaggi della tassazione, riferiti alla non facile normativa del settore.
Nuovi tipi di investimento e le buone regole
“Art Dealer deve essere in grado di proporre nuovi formati contrattuali e di investimento. Nuove tipologie, prese in prestito dal diritto commerciale e civile e che creano nuove soluzioni di redditività ispirate alla condivisione. La sharing art “ per esempio, ovvero il noleggio o comodato di opere d’arte anche per aziende del lusso.
Deve, in sostanza unire il diritto all’arte, a garanzia della correttezza dell’operazione. Deve essere strumento che rafforza la fiducia del mercato e del singolo acquirente o collezionista con la diffusione e applicazione di alcune fondamentali regole e buone maniere. Non è necessario comprare un oggetto o un opera d’arte solo perché è di moda. Bisogna saper aspettare, studiare e osservare le mosse e il mercato dell’artista. Bisogna ricordarsi inoltre che un’opera, oltre al valore estetico e al gusto di possedere una cosa che piace sempre di più, sta diventando una vera e propria forma di diversificazione dei propri investimenti e risparmi, producendo plusvalenze di tutto rispetto.
Casi che fanno sognare
Ora, per sognare un po’, segnalo ad esempio, artisti come Richard Prince, la cuiopera All’IHaveHeard nel 2000 fu battuta all’asta da Sotheby’s a 38 mila dollari e che 17 anni dopo fu rivenduta da Christie a 2,5 milioni.
Oppure, Yayoi Kusama con l’opera Pumpkin venduta 13 anni fa da Sotheby’s per quasi 17 milioni di dollari e rivenduta successivamente dalla stessa Sotheby’s qualche mese dopo, a quasi un milione di dollari.
Ci sono anche casi come quello di Jeff Koons con la sua gigantesca aragosta di acciaio inossidabile venduta per 6,8 milioni di dollari nel 2016, e due anni dopo rivenduta ancora, all’asta a 5,4 milioni di dollari.
In conclusione come già detto in apertura il mercato dell’arte è pieno d’insidie e cresce sempre più la richiesta di professionisti preparati ed esperti sia a livello giuridico, che fiscale, che sappiano monitorare il mercato a livello mondiale. Perché non tutti gli artisti sono Andy Warhol o Banksy. Meglio ricordarlo!