Innovazione. L’arte che incontra le nuove tecnologie
Innovazione è una delle parole chiave del nostro futuro prossimo. Il pianeta va in quella direzione. L’arte, suprema forma di comunicazione, è sempre attenta ai valori e ai tempi in cui crea il suo progetto artistico. È interessante osservare in questa serie di articoli che abbiamo trattato qui su queste colonne (Arte di genere; Cambiamento climatico; Ambiente) come questa espressione: Innovazione, si colleghi in un tutt’uno cosmico con gli altri temi trattati. La direzione è sempre quella di un futuro prossimo da ridefinire. Forse in parte, da riscrivere.
Innovazione
“Innovazione”. Un termine che riecheggia nelle orecchie fin dalla nascita, che ha accompagnato la nostra crescita con il sottile velo della speranza, della promessa per il futuro. Una certezza tale da far pensare che tutto sia possibile e creabile, siamo i fattori principali della nostra vita e abbiamo in mano il potere di uscire dalla tradizione.
Positivismo e sperimentazione
Fin da tempi antichi, ancor di più durante il fuoco del Positivismo, un numero ingente di scienziati ed esperti si tuffò nella sperimentazione di macchine mai conosciute prima di allora. Un terreno fertile per gran parte delle invenzioni brevettate e tutt’ora utilizzate, anche se in forma diversa. Nel III millennio a.C. fu inventata la leva, nel I, il cemento. Saltando ad ambiti più recenti, nel 1733, John Kay esordì con la spoletta volante, o Flying shuttle, per agevolare la tessitura automatica ed accelerare la produzione nelle aziende. Negli anni ’70 dell’Ottocento, Meucci e Bell contribuirono all’invenzione del telefono. Henry Ford, nel 1913, diede avvio ad una nuova modalità di lavoro detta “catena di montaggio”, anch’essa volta a ridurre drasticamente i tempi di assemblaggio di un prodotto.
Il punto di incontro tra arte e tecnologia
Che cos’hanno in comune tutte queste innovazioni? Sono puro prodotto dell’uomo, ideati e ultimati con il semplice scopo di migliorare le condizioni di vita ed economiche, in un vortice di entusiasmo che coinvolge e ispira. Ma quali sono gli altri settori che vengono influenzati dal progresso tecnologico sopra citato? In che modo l’arte viene ad essere complice e fautrice delle novità industriali?
Stefano Canziani
È Stefano Canziani ad aprire le danze con un inno all’architettura, questa grande scienza grazie alla quale l’uomo riesce a elaborare dei modelli di costruzione tali da permettere la vita. Che cos’è un edificio? Di certo non un mero “ammasso” di muratura e cemento armato, né un asettico scheletro portante. Si tratta, invero, di una “macchina abitata”, o così è come lo aveva definito Le Corbusier negli anni ’20, dove la struttura è concepita quale organismo dinamico e composto da ingranaggi che infondono movimento, obiettivo ottenuto tramite la collaborazione di tutte le specifiche parti.
È con l’opera “M. M. II – Milano Marittima”, esposta presso la mostra collettiva “Viral Art”, che il concetto del transatlantico viene ironicamente trasposto su una stampa dal pieno gusto minimalista, unendo l’imponenza di un edificio della metropoli lombarda alla fantasia più estrema del suo galleggiamento su mare. (Galleria Cael, Milano, 26 giugno – 12 luglio 2020, organizzata da Divulgarti Group).
Java
Ed ecco che dalla medesima esposizione, emerge un ulteriore inno alla grande città, patria di evoluzione e gestione ottimale delle infrastrutture.
In che modo un semplice mezzo di trasporto può diventare di interesse artistico? Ce lo spiega Java, giovane artista che propone al pubblico la rivisitazione di uno degli emblemi più evidenti di funzionalità delle infrastrutture: la Metropolitana di Milano. Linee rette, improvvise ramificazioni e incroci ordinati, sono tutte deviazioni che si irradiano al di sotto del suolo cementizio, un apparato circolatorio che pompa sangue e linfa nelle vene della città e permette un buon funzionamento organicistico.
Minimal, evoluzione tecno e Milano
Ma gusto minimal ed evoluzione tecnologica vanno spesso di pari passo? È Milano l’unica città che possa essere presa di riferimento in una simile tematica? Camminiamo per le strade bluastre e illuminate al neon di una metropoli… piove. Reggendo l’ombrello, proseguiamo per la via in mezzo alle persone anonime che ci circondano – è un anonimato che tuttavia dà vita alle arterie del frenetico centro abitato. In alto sulla destra scorgiamo un’insegna. Che cos’è? Un cinema, la luce artificiale, tutto ciò che sa di futuro e di familiare al tempo stesso. “L’astratto e il minimal” è un’opera di Matteo Carella, artista che catapulta l’osservatore in una Tokyo “elettrica” e nostalgica, dai colori freddi e attraenti, ormai parte del nostro immaginario comune.
La risposta di Metalthinker
Città, città, città… non è di certo l’unica espressione creativa dell’evoluzione tecnologica ai giorni nostri. Che cosa vuol dire essere artista e incontrare per la prima volta materiali innovativi? Che cosa implica, inoltre, l’utilizzarli? Arriva prontamente la risposta di Metalthinker, il quale, esponendosi con una nuova tecnica, ci mostra un’arte peculiare, non per forza ottenuta tramite “media” tradizionali. L’assemblaggio di parti metalliche riciclate e rimodellate, è capace di creare forme nuove e naturali: presso la mostra Rainbow, tenutasi presso lo Spazio Divulgarti Eventi al Ducale a Genova (10-24 luglio 2020), espone un simbolico segno zodiacale, nonché temerario animale: Lo Scorpione. Lucente, pronto all’attacco, colto nei suoi movimenti furtivi… così la natura entra in contatto con l’industria.
Il baratto che porta all’innovazione
In questo modo diventa esplicito come l’arte incontri le nuove tecnologie, è un continuo baratto di informazioni e competenze, che si fondono in un know-how del tutto innovativo. Industria, infrastrutture e architettura civile, sono tre degli aspetti che tendono ad interessare il fervido panorama artistico del momento, avido di conoscere e carpire, ingordo di interdisciplinarietà. Più invenzioni ci sono, maggiori sono le espressioni singolari delle persone che vi entrano in contatto, le quali a loro volta influenzano le scelte successive. È un circolo virtuoso che continua a crescere, portando a un incessante e bramato: Eureka!