Il vibratore è un oggetto con una storia secolare
Il vibratore in sé è un oggetto di piacere come tanti. La sua storia però ha una derivazione medica. Tutti gli argomenti che trattiamo hanno una genesi psicologica e anche medica. Vanno affrontati da esperti perché come avete già visto “La sessualità si scopre fina dai primi giorni di vita”.
Il vibratore
Il vibratore nel tuo cassetto ha una storia secolare. Fior fiore di medici e di scienziati hanno lavorato nel corso degli anni per un grande obiettivo: il piacere
Si sente tantissimo oggigiorno parlare di sex toys e soprattutto di vibratori. Si vendono e si può scegliere tra vibratori di tutte le forme e di tutte le taglie.
Quando entriamo in uno shop on-line o in un sexy shop fisico spesso si immagina che l’invenzione del vibratore sia una scoperta recente invece ha radici molto più antiche di quello che potresti pensare risale addirittura al 1700.
L’orgasmo cura tutto
“Quando si manifestano i sintomi indicati, riteniamo che sia necessario chiedere a una levatrice di assistere, così che provveda a massaggiare i genitali con un dito all’interno […]. In questo modo la donna sofferente può essere eccitata fino al raggiungimento del parossismo”.
Non è l’inizio di un racconto erotico con risvolti lesbo. È uno stralcio del testo medico “Observationem et Curationem Medicinalium ac Chirurgicarum Opera Omnia” di Pieter van Foreest“, scritto nel 1653.
Fin dall’antica Grecia si pensava che l’insoddisfazione sessuale femminile provocasse depressione, ansia e attacchi di rabbia. Il disturbo era noto come “isteria” e la cura migliore era il sesso coniugale. Nel caso non fosse disponibile, allora si poteva ricorrere alla manipolazione dei genitali da parte di un medico o di una levatrice.
Dalla Francia con amore
Molti pensano che il vibratore sia un’invenzione di epoca vittoriana. In realtà il primo vibratore è francese e risale al 1734. Il tremoussoir serviva per il trattamento dell’isteria ed era uno strumento medico. I dottori lo usavano per sostituire la stimolazione manuale, che alla lunga provocava fastidiose tendiniti.
Fino all’inizio del ‘900, i vibratori rimasero quasi un’esclusiva dei medici. Solo nel 1902 l’azienda statunitense Hamilton Beach mise in commercio il primo “massaggiatore contro la tensione muscolare” acquistabile anche dal grande pubblico. La farsa continuò fino agli anni ‘20, quando il “massaggiatore” comparve nei primi film porno dell’epoca.
Una bacchetta magica per il clitoride
Tutti i primi vibratori avevano una cosa in comune: si concentrano solo sulla penetrazione e sulla visione maschile del piacere femminile. Gran parte delle donne, però, riesce a raggiungere solo con la penetrazione ma gradisce la stimolazione del clitoride. Che fare?
La soluzione arrivò solo nel 1968, quando la Hitachi mise in commercio la prima Magic Wand. Anche questa volta il dispositivo venne commercializzato come “massaggiatore”, prima che la sessuologa Betty Dodson ne svelasse le virtù come stimolatore clitorideo.
In breve tempo comparvero Magic Wand anche di altre marche, più piccole, a batterie, con testine intercambiabili. Improvvisamente il mondo dei sex toys scoprì il centro del piacere femminile, il clitoride. Il passo successivo fu a metà degli anni ‘90, quando nacquero i primi vibratori rabbit, pubblicizzati dal telefilm Sex & the City nel 1998.
I vibratori rabbit segnarono l’inizio di una nuova era del vibratore. Da lì in poi aziende come Lelo e altre marche di rilievo si misero al lavoro per creare strumenti disegnati su misura per il piacere femminile.
Una rivoluzione che porta con sé non solo delle grandi invenzioni, ma anche una importantissima riflessione sulla legittimazione del piacere femminile che ancora oggi rimane un tabù per moltissime persone.