Il Notaio. Timbri e atti alla prova di Blockchain e A.I.
Il notaio
Chi non si è trovato in uno studio notarile?
Un’eredità, la costituzione di una realtà commerciale, sociale o qualsiasi altro atto che richieda una “certificazione ufficiale” ci porterà in quel luogo. Laddove, a differenza degli uffici legali o commercialistici, la calma più assoluta sembra imporsi su ogni “affanno” umano.
Perché il notaio non è di parte, come può esserlo un avvocato o un commercialista, quindi non può esserci animosità (teoricamente).
Il notaio è super partes, è la legge, è lo Stato e quindi la sua parola è definitiva.
Indice di soddisfazione alto
Qualcuno diceva che, uscendo da uno studio notarile, la gente risulta per lo più soddisfatta anche se ha sborsato somme importanti. Non così per chi esce dagli studi degli altri professionisti dove, l’indice di soddisfazione, è in genere assai minore.
La figura del notaio nasce, secondo la concezione odierna, nell’Italia Longobarda (tra il 560 e il 700 circa). La professione è sempre stata considerata il classico “lavoro sicuro” in grado di garantire, oltre alla mera remunerazione economica, un grande prestigio, quasi fosse uno status symbol.
Eppure, questo “status” è messo a rischio dalle nuove tecnologie ed anzi, l’intera professione sembra dover scomparire a causa dei bit. È proprio così? La risposta è “ni”.
A.I. e smart contracts Vs. notaio
Una delle cause sarà l’avvento dell’Intelligenza Artificiale, al momento più annunciata che realizzata, ma che porterà notevoli cambiamenti.
Le avvisaglie sono costituite dalla Blockchain la quale, assicurando la regolarità delle varie transazioni in modo trasparente e verificabile, di fatto le certifica senza bisogno di alcun intervento da parte di terzi.
Altra possibilità sono gli smart contracts i quali, fornendo le informazioni utili all’utente a seguito di una ricerca ad ampio raggio sulla rete, consentono una sorta di “fai da te”.
Questo tipo di tecnologia è particolarmente legata all’evoluzione dell’A.I. in quanto, maggiore è il grado di “recettività del software”, più preciso sarà il risultato della ricerca. “Sulla carta” funziona ma anche i notai hanno qualcosa da dire.
La risposta dei notai
È evidente come la professione debba adattarsi alle nuove situazioni. E’ anche vero che non tutti gli utenti saranno in grado di padroneggiare le nuove tecnologie avendo comunque bisogno di “un’interfaccia”.
Inoltre esisterà sempre il problema riguardo la comprensione di documenti giuridici e, fatto ancora più determinante, l’esperienza legale che non tutti hanno in assenza della quale un utente, pur esperto di computer, potrebbe non effettuare la scelta ottimale. A questo proposito i notai si stanno organizzando con l’intento di integrarsi ai mezzi informatici ponendosi come consulenti ad altissimo valore.
Notarchair in divenire
Importante è la Notarchair, proposta dal notariato italiano.
Si tratta di una blockchain dove i notai, oltre a “caricare” e verificarne i contenuti i quali, una volta immessi diverranno immodificabili, si pongono inoltre come “nodi” per l’utilizzo di questo software. La piattaforma servirà inoltre come “raccoglitore” a livello mondiale e permetterà di superare l’attuale decentramento documentale che tanto costa e rallenta le procedure a carattere giuridico.
È evidente quindi come la professione notarile riacquisti centralità in funzione del novo corso. E’ altrettanto certo che si stia preparando alle esigenze di una futura società che è sempre più vicina.