Il granello di senape. Le qualità e l’uso in cucina
Il granello di senape. Andiamo un po’ più a fondo per apprezzarne meglio qualità e virtù culinarie. Dopo le curiosità sulle foglie di menta oggi ecco i granelli di senape.
La senape
Con il termine “senape” ci riferiamo a un gruppo di piante appartenenti alla famiglia delle crucifere.
Sono piante erbacee la cui altezza arriva raramente a due metri. Hanno fusto eretto e liscio, foglie alterne, lanceolate, molto incise. I fiori sono formati da 4 petali gialli in riuniti in mazzetti terminali, compaiono da marzo a giugno. I frutti prendono il nome di silique (specie di baccelli) con un lungo peduncolo, essi contengono due semi giallastri.
È una pianta spontanea nei campi incolti sud dell’Europa che vegeta fino a 1000 m di altitudine. Nei luoghi a clima mite, la semina avviene in piena terra durante la primavera. Le parti utilizzate sono le foglie e i semi.
L’uomo conosce la senape sin dall’antichità: essa è nominata nei Vangeli canonici nei quali il semino di questa pianta viene paragonato al Regno di Dio. Ciò perché un semino tanto insignificante dà origine a una pianta grande e frondosa.
La parabola della senape
La senape e i suoi semi vengono citati in una parabola buddhista:
<<Una giovane donna chiamata Kisagotami vagava disperata per le strade del suo villaggio a causa della prematura scomparsa del figlio. I suoi compaesani la scansavano perché credevano fosse pazza. Solo un uomo cercò di aiutarla dicendole che forse esisteva una medicina che, richiesta a Buddha, sarebbe risorto suo figlio. La poveretta chiese allora tale medicina al Buddha e questi le rispose che, per averla, avrebbe dovuto portargli una manciata di semi di senape proveniente da una casa dove mai fossero deceduti bambini, genitori, coniugi o servi.
La povera ragazza girò in lungo e in largo il suo paese senza riuscire una casa che soddisfacesse le richieste. Deposto quindi il suo bambino nel bosco, tornò dal Buddha e dicendogli di non aver trovato la casa cercata ma lui le rispose: “Non sei la sola che ha avuto un lutto, la legge della morte non consente ad alcun essere vivente di durare per sempre”.
Si narra che dopo questo episodio la donna prese i voti e divenne una monaca buddista. Una sera, guardando le luci del villaggio, ella pensò di essere simile alle lampade che scorgeva in lontananza quando il Buddha le comparve in una visione dicendole che gli esseri umani sono veramente come le lampade, ora accese e splendenti, un attimo dopo spente ed oscure. Solo chi crede e raggiunge il Nirvana sarebbe stato al sicuro.>>
Gli effetti medicinali
Al netto della mitologia, la senape ha realmente effetti medicinali poiché contiene principi farmacologici in grado di favorire l’afflusso di sangue. Tuttavia, se assunta in dosi eccessive, può causare alle mucose dello stomaco iperemia e irritazione.
I cataplasmi di semi di senape mischiati ai semi di lino venivano utilizzati contro i dolori artritici e muscolari. In Europa orientale, i semi di senape, uniti al miele, sono utilizzati per combatte la tosse.
La ricetta
“Coda di rospo dall’oriente”
Procuratevi 700 g di coda di rospo (rana pescatrice). Due cucchiai di mandorle pelate e tostate, una cipolla, un limone, 20 cl di panna da cucina, un cucchiaino di senape in grani, due cucchiai di curry, 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva, 30 g di burro, farina, zenzero, sale e pepe.
Tagliate la coda di rospo a dadini che farete dorare in padella in 20 g di burro fuso e 1 cucchiaio di olio per un totale di 10 minuti di cottura, salate, pepate e quindi togliete dal fuoco.
In un altro tegame fate imbiondire la cipolla tritata utilizzando i 10 g di burro rimasti e un cucchiaio d’olio. Aggiungete un pizzico di zenzero, i grani di senape e il curry; fate cuocere per circa 5 minuti. Allungate la salsa con un bicchiere d’acqua e vate cuocere a fuoco basso (sobbollire) per una decina di minuti, aggiungete le mandorle, la panna e il succo di limone.
Ponete i dadini di pesce, cotti precedentemente, nella salsa e fate riscaldare il tutto per pochi minuti.
Buon appetito!