Il calcio da dentro. Quanto energia consuma un calciatore
Parte prima
Abbiamo affrontato il mondo del calcio dal punto di vista dell’organizzazione societaria. Ricordate gli articoli sul Bologna, L’Atalanta, la Roma e l’Inter? Oggi affrontiamo il mondo del calcio da “dentro”: vediamo quanto “consumano” energeticamente i nostri beniamini durante i 90 minuti di gara.
Il calcio e la spesa energetica
Il calcio è sicuramente lo sport di squadra più popolare al mondo e il più seguito e praticato da grandi e piccoli, nel nostro paese. È uno sport di squadra che prevede 11 giocatori con ruoli differenti. La spesa energetica dipende dal ruolo e dallo stato fisico del soggetto. Durante una partita, un calciatore percorre circa 8-10km, percorsi ad intensità differente. Il calcio è uno sport misto, in cui si alternano fasi di scatti ad altissima intensità, a fasi di camminate o corsetta blanda. Queste differenze di intensità determinano differenze in termini di metabolismo energetico.
Il metabolismo aerobico
Durante la camminata e la corsa leggera il metabolismo più utilizzato è di tipo aerobico, in cui si sfruttano lipidi (acidi grassi) e carboidrati (glicogeno muscolare ed epatico) in presenza di ossigeno. Questo tipo di metabolismo energetico permette di eseguire sforzi fisici di lunga durata, ma ad intensità non molto elevata, in genere un soggetto allenato, rispetto ad un amatoriale, potrà spingersi ad una intensità superiore e prolungare lo sforzo per più tempo.
I meccanismi di tipo anaerobico
Nelle fasi a più alta intensità, come gli scatti, intervengono meccanismi di tipo anaerobico. In particolare la prima fonte energetica ad entrare in funzione è l’ATP (adenosintrifosfato), ossia la molecola che fornisce l’energia, presente nei muscoli come piccole scorte. Esaurite le scorte di ATP, interviene un meccanismo di rigenerazione a partire dalla creatinfosfato (CP), questo è un meccanismo anaerobico molto veloci ma che permette sforzi di breve durata (7-20sec).
La matrice energetica è il glicogeno
Superato la soglia anaerobica alattacida si va incontro ad una fase in cui la matrice energetica è il glicogeno. Esso è la forma con la quale vengono immagazzinati i carboidrati nel muscolo o nel fegato, queste scorte, metabolizzate in assenza di ossigeno, determinano la formazione di ATP, come fonte energetica, e molecole di scarto quali acido lattico e ioni idrogeno, che in eccesso causano i classici dolori o crampi da affaticamento.
Il costo energetico del calciatore dopo 90 minuti
Il costo energetico sostenuto da un giocatore di calcio durante un incontro di 90 minuti si aggira intorno alle 1500 kcal e tendenzialmente il dispendio maggiore avviene nel secondo tempo. L’intensità media di una partita è del 70% del VO2max, ciò significa che tendenzialmente si ossideranno più grassi e carboidrati con formazione di acido lattico in base alla capacità metaboliche del soggetto, in genere un soggetto allenato riesce a formare meno acido lattico e a prolungare maggiormente la fase aerobica.
Analizzata la parte che riguarda la spesa energetica nel calcio, meglio dell’atleta calciatore, occorre prevedere, soprattutto in campo professionistico, quale debba essere la dieta ideale per rendere al meglio in gara. Ma questo se lo riterrete lo pubblicheremo e lo potrete leggere nella seconda parte. Domani.
Biologo Nutrizionista-Istruttore Body Building, Fitness e allenamento funzionale