I disturbi alimentari e della nutrizione sono in crescita
Quali sono, come riconoscerli, le nuove sfide, come curarli e il ruolo fondamentale della famiglia
La mela e i disturbi alimentari
Tutto è iniziato con una mela. Un gesto semplice, apparentemente innocuo, che si è trasformato in un lungo e difficile percorso nel tunnel dei disturbi alimentari. La mia storia di guarigione l’ho raccontata nel mio primo libro, La Mela del Peccato, un viaggio tra dolore e rinascita che spero possa essere d’aiuto a chi sta affrontando questa battaglia.

I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione affliggono oltre 55 milioni di persone in tutto il mondo, con più di 3 milioni di casi in Italia, pari a circa il 5% della popolazione. Le statistiche evidenziano come l’8-10% delle ragazze e lo 0,5-1% dei ragazzi soffrano di anoressia o bulimia (Dati Osservatorio ABA e ISTAT). Inoltre, una recente ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità ha analizzato i Centri del Servizio Sanitario Nazionale dedicati ai disturbi alimentari: su oltre 8000 utenti, il 90% è di genere femminile, con il 59% tra i 13 e i 25 anni di età e il 6% sotto i 12 anni. Le diagnosi più frequenti riguardano l’anoressia nervosa (42,3%), la bulimia nervosa (18,2%) e il disturbo da binge eating (14,6%).
Negli ultimi anni, la pandemia da SARS-CoV-2 ha avuto un impatto significativo sull’incidenza e sulla gravità dei disturbi dell’alimentazione. Studi recenti hanno evidenziato un peggioramento della sintomatologia tipica, con un aumento dell’ansia e della depressione. Secondo un’analisi sugli adolescenti italiani, nel 51% dei casi sono stati registrati sintomi riferibili ai disturbi alimentari nel periodo post Covid (terzo lockdown), a causa del ridotto accesso alle cure, delle modifiche nella routine quotidiana e dell’isolamento sociale (J. Devoe et al., 2023).
Cosa sono i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione?
I disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (DAN) sono condizioni caratterizzate da un rapporto disfunzionale con il cibo e il peso corporeo, che influenzano negativamente la salute fisica e psicologica della persona.
Questi disturbi vanno oltre una semplice preoccupazione per la dieta o l’aspetto fisico, diventando vere e proprie patologie che possono compromettere la qualità della vita e, nei casi più gravi, risultare fatali.
Classificazione secondo il DSM-5
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) classifica i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione nelle seguenti categorie:
- Pica: ingestione persistente di sostanze non nutritive e non commestibili (come terra, carta o sapone) per almeno un mese.
- Disturbo da Ruminazione: rigurgito ripetuto del cibo, che viene poi rimasticato, sputato o deglutito di nuovo.
- Disturbo della Nutrizione o dell’Alimentazione Evitante/Restrittivo (ARFID): evitamento o restrizione del cibo non legato alla paura di ingrassare, ma a fattori sensoriali o esperienze negative legate all’alimentazione.
- Anoressia Nervosa (AN): caratterizzata da restrizione alimentare, paura intensa di ingrassare e alterata percezione del peso corporeo.
- Bulimia Nervosa (BN): episodi ricorrenti di abbuffate seguiti da comportamenti compensatori inappropriati (vomito autoindotto, uso eccessivo di lassativi, digiuno o esercizio fisico estremo).
- Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder, BED): episodi di abbuffate senza comportamenti compensatori, con conseguenze sul benessere fisico ed emotivo.
- Altri disturbi dell’alimentazione e della nutrizione specificati o non specificati: condizioni che non rientrano pienamente nelle categorie precedenti ma che hanno un impatto significativo sulla salute della persona.
I nuovi disturbi alimentari
Negli ultimi anni, si sono diffusi nuovi disturbi alimentari legati a comportamenti improntati al salutismo che, quando estremizzati, diventano limitanti per la vita sociale e il benessere personale. Tra questi troviamo:
- Ortoressia: ossessione patologica per l’alimentazione sana, con evitamento rigido di cibi considerati “impuri”.
- Vigoressia: ossessione per il fitness e la costruzione muscolare, spesso accompagnata da un uso eccessivo di integratori e steroidi.
- Drunkoressia: combinazione tra restrizione alimentare e consumo eccessivo di alcol, spesso per evitare l’apporto calorico dei pasti.
- Night Eating Syndrome: consumo compulsivo di cibo durante la notte, spesso accompagnato da insonnia e sbalzi d’umore.
- Sovrappeso e obesità con cause psicologiche: quando il disagio emotivo porta a una gestione disfunzionale dell’alimentazione e del peso corporeo.
Fattori di rischio
I disturbi dell’alimentazione hanno un’origine complessa e possono essere influenzati da diversi elementi:
- Fattori biologici: alcune persone possono essere geneticamente predisposte a sviluppare disturbi alimentari. Anche squilibri nei neurotrasmettitori del cervello, come la serotonina e la dopamina, possono contribuire all’insorgenza di queste patologie, influenzando il controllo dell’appetito e delle emozioni.
- Fattori psicologici: chi soffre di bassa autostima, insicurezza o ha tendenze perfezionistiche può essere più vulnerabile. L’ansia, la depressione e altri disturbi dell’umore spesso si associano ai disturbi alimentari, rendendo difficile rompere il circolo vizioso tra emozioni negative e alimentazione disfunzionale.
- Fattori socioculturali: viviamo in una società che enfatizza l’importanza dell’aspetto fisico, spesso promuovendo standard estetici irrealistici. I social media, la moda e la pubblicità possono creare una pressione costante a raggiungere un corpo “perfetto”, spingendo alcune persone a sviluppare comportamenti alimentari dannosi.
- Fattori familiari: le dinamiche all’interno della famiglia possono giocare un ruolo fondamentale. Commenti negativi sul peso, ipercontrollo sull’alimentazione o un ambiente familiare molto competitivo possono aumentare il rischio di sviluppare un disturbo dell’alimentazione. Anche esperienze di traumi infantili o relazioni difficili con i genitori possono contribuire.
- Eventi stressanti o traumatici: esperienze come il bullismo, la perdita di una persona cara, il divorzio dei genitori o un trauma infantile possono essere fattori scatenanti. Alcune persone sviluppano un disturbo alimentare come meccanismo di controllo o di gestione dello stress emotivo.
Come i familiari possono riconoscerli?
Individuare un disturbo dell’alimentazione in una persona cara non è sempre semplice, perché chi ne soffre spesso tende a nascondere i propri comportamenti. Tuttavia, ci sono alcuni segnali che possono far suonare un campanello d’allarme:
- Cambiamenti improvvisi nel peso corporeo: sia un dimagrimento drastico che un aumento significativo di peso possono essere segnali di un problema alimentare.
- Ossessione per il cibo e il peso: una persona che conta in modo ossessivo le calorie, elimina intere categorie di alimenti (come carboidrati o grassi) o parla continuamente del proprio aspetto fisico potrebbe essere a rischio.
- Rituali alimentari rigidi: tagliare il cibo in pezzi minuscoli, mangiare solo determinati alimenti o evitare completamente i pasti in compagnia sono segnali da non sottovalutare.
- Comportamenti di eliminazione: andare frequentemente in bagno dopo i pasti, usare lassativi o praticare esercizio fisico in modo compulsivo possono indicare un disturbo alimentare.
- Isolamento sociale e sbalzi d’umore: chi soffre di un disturbo dell’alimentazione può iniziare a evitare le occasioni sociali in cui si mangia insieme, diventare irritabile o mostrare segni di ansia e depressione.
- Problemi fisici ricorrenti: mal di stomaco, debolezza, capelli fragili, pelle secca e svenimenti frequenti possono essere sintomi fisici legati a una cattiva alimentazione.
Fiocchetto Lilla, simbolo della lotta ai DCA

I disturbi dell’alimentazione e della nutrizione sono problematiche complesse che richiedono un intervento tempestivo. Il supporto dei familiari è fondamentale per riconoscere i segnali e favorire un percorso di cura adeguato. Sensibilizzare su questi disturbi è essenziale per prevenirli e garantire il benessere delle persone colpite.
Il Fiocchetto Lilla rappresenta la consapevolezza e la lotta contro i disturbi del comportamento alimentare. Il 15 marzo è stata la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica, promuovere il supporto alle persone affette da questi disturbi e incentivare la ricerca in questo ambito.
In occasione di questa giornata è uscito il podcast Quel corpo non è me, un progetto in 7 puntate in cui ho avuto l’opportunità di raccontare la mia esperienza come ex bulimica. Potete ascoltarlo qui: Quel corpo non è me.
