Guardare “con le orecchie” parte 1
Orecchie che guardano. Sembra impossibile. La verità va trovata nella spiegazione, che leggeremo nella prima parte di questo argomento, ma che si svelerà completamente nella prossima puntata. Rimaniamo quindi ” con le orecchie ben aperte” per “vedere” cosa c’è dietro questa apparente contraddizione.
Sinestesia e banalità
Sinestesia e banalità di un aspetto sconosciuto che ci entra in casa e in testa ogni giorno.
Orecchie diverse tra fiction e TG
Ogni forma di cinema e fiction viene guardata con le orecchie, se racconta lo sport ancora di più. Questa volta scopriamo un’enorme differenza tra la produzione televisiva e quella cinematografica (che sia di film o di serie a puntate).
Il linguaggio della tv e quello di fiction/cinema sono molto diversi, vado dritta: due politici che parlano al TG e due politici che parlano in una serie TV nemmeno si somigliano, a partire dall’inquadratura.
«Quelli del TG» si filmano frontalmente, con una ripresa più chiara possibile, che già dal primo fotogramma “dica” quale è il clima, il posto, l’atmosfera. Chiarezza e luci chiare (se ci si riesce).
«Quelli della serie TV» invece vengono (vado con esempi) svelati da un dettaglio dei pantaloni, uno stemma sulla cravatta, si intravede uno “di quinta” all’altro, si tengono silenzi molto lunghi e magari si evita anche di svelare identità di uno dei due. Gradualità e suspense (se ci si riesce)
Separatamente
Vengo al tema del nostro appuntamento: la TV raccoglie i suoni del posto, con cura e mezzi proporzionali alla dimensione della rete o alla portata del TG (a volte il microfono è direttamente quello della telecamera). Fiction/cinema invece raccolgono i suoni separatamente rispetto al video. Nel senso di attrezzature diverse ma anche di geografia e cronologia: l’audio a volte viene preso in posti e momenti diversi dalla ripresa video.
Perché, con le dovute eccezioni:
- la TV del TG parla al lato razionale, quello che raccoglie le informazioni,
- cinema e fiction si rivolgono al subconscio.
L’informazione svela e ti dice che hai capito bene, la serie TV ti svela con calma, ti racconta molto ma mai in modo immediato, vuole che una parte la scopri, l’altra no, che ci sia un po’ di gara con te stesso per capire un po’ prima o un po’ dopo.
Molto importante a volte mandare fuori pista lo spettatore.
Vi facciamo tifare, anche con l’audio
In SPORT CRIME inneschiamo un meccanismo simile a quello delle partite: il tifo. Sappiamo che le famiglie guardano le serie come momento collettivo e si schierano con un’ipotesi o un personaggio. Quindi una gamma di suoni “sotto” a un certo personaggio che fa cose cattive ti porta a intuire che forse cattivo non è, non sai se fidarti della trama o del suono.
Attenzione amici, ho detto suono, non necessariamente musica.
Prendiamo un allenamento di calcio amatoriale e uno di calcio professionistico: i suoni “ambientali” sono diversi. E fondamentali, perché guardiamo meccanicamente con gli occhi, ma la narrazione si forma dentro di noi pilotata dal subconscio, dai famosi segnali che non sempre sappiamo di raccogliere.
La doccia che non vedi
Nella nostra puntata numero 3 c’è una camminata in uno spogliatoio buio. “Sì, certo, vicino alle docce” dicono i pochi nostri colleghi che l’hanno vista in anteprima. Ecco, bene: la doccia non si vede mai, non c’è nessuna doccia, e nessuno che si stia docciando. Quindi? Quindi al Digital Lake Studio, nella sonorizzazione dell’episodio, hanno messo un gocciolare di doccia difettosa molto basso, quasi non si sente, serve a caratterizzare come “non ricco” l’impianto sportivo. E funziona. Credi di averla vista, ne sei sicuro.
Ascoltare il “dentro” dell’atleta sotto sforzo
Immaginate quindi l’impatto sonoro nella costruzione di un personaggio sportivo, posso farlo correre con sofferenza, con leggerezza, con passo pesante, dinamico, con il cuore affaticato e via così. E credetemi, cambia tutto. Soprattutto se lavori con eccellenze assolute come Alberto e Alessandro Gallo del Digital Lake di Verbania, Davide Saggioro e Marco Paolini, i nostri top player del “sound department”. Conoscono la trama, sanno che atmosfera e che suggerimento deve “passare”. Il sonoro costituisce il 50% del prodotto visivo, sembra un controsenso, ma non lo è. E così lo spettatore viene avvolto e accudito nel percorso narrativo, e se sei coerente e hai storie e personaggi forti non ti lascia più.
Dove li vuoi i tuoi uffici?
Questa è una delle domande più interessanti/esemplificative di Marco in vista della post produzione audio. Gli uffici dell’Agenzia Seams di SPORT CRIME (in ogni serie investigativa almeno 7 minuti a puntata sono “scene e vita di ufficio”) sono in centro a Lugano, anche se abbiamo preferito produrli al Collettivo Virale di Milano, troppo bello, troppo Sport Crime, troppo tutto. Ma Mr. Sound vuole/deve sapere se siamo al primo piano, al settimo, vicino a un incrocio, a fianco di un parco, etc. Vuole creare una grande coerenza sonora. Credetemi il “mi piace o non mi piace questa serie” dipende soprattutto dalla coerenza narrativa, anche se non lo sappiamo, anche se la chiamiamo credibilità o non la nominiamo neanche. Noi Sport Crime siamo incredibilmente puntigliosi, ogni campetto, ogni palestra, ogni studio medico ha una precisa geografia sonora.
Per non parlare delle basi musicali
Abbiamo tutti delle vaghe concezioni sul “sottofondo” che valorizza, che non lo senti ma se lo togli te ne accorgi, etc. etc. Niente di sbagliato, ma questo è il livello 1.
Al piano di sopra ci sono delle scelte diverse, nel caso di SPORT CRIME molto estreme, sportive e secondo i boss delle Tv italiane perfino stupide. Per fortuna a Cannes e Hollywood la pensano all’opposto.
L’argomento non si apre nemmeno perché sarà oggetto di un prossimo appuntamento, vi anticipo che ogni nota di sigla, base, tappeto, diegetica (spiegheremo, non preoccupatevi) è scritta da Luca Tramontin: “Ma come fa un rugbista a scrivere le musiche per una serie, meglio una library”…no comment!
La musica viene ingegnerizzata, suonata o risuonata a Verbania, è uno dei nostri grandi punti forti. Parte (caso unico al mondo) dallo stesso autore che ha ideato i personaggi (in realtà li ha presi dalla sua vita, ma noi dobbiamo sempre dire che tutto è puramente casuale…).
Ho svelato anche troppo, a presto.