Gabriele Maquignaz: NO WAR
“Il Padre” dello Spazio-Tempo, Gabriele Maquignaz, è stato “colpito simbolicamente” dal proiettile che, solo per fortuna, non ha ucciso il candidato alla Presidenza degli USA, Donald Trump. La notizia, troppo fresca e invitante, ha fatto il giro del mondo, generata dall’arte, genialità e sensibilità di un artista importante. Non possiamo non riportarla ai nostri lettori.
NO WAR
Un messaggio semplice da capire, come la creazione immediata del Maestro Gabriele Maquignaz, che ha usato il pennello al posto del fucile. Questo strumento è troppo facile da reperire da chiunque al di là dell’Oceano Atlantico, ma Maquignaz lo ha usato per produrre bellezza, non orrore, vita e non morte. Un pennello che rappresenta un fucile che non uccide, ma che diventa un’arma di pace.
NO WAR
Un secco NO alla guerra, che può apparire troppo vicino all’accaduto per essere già proposto al mondo. In realtà, questo “fermo immagine” di Maquignaz è avvenuto così immediatamente nella sua mente, appena ricevuta la notizia della sparatoria di Butler, senza calcoli, ma solo con il bisogno interiore di esprimersi e di comunicare il suo stato d’animo. Un messaggio di pace rivolto a tutte le coscienze, al di là del mare e dei confini. Un messaggio che dice alla gente che tutto è nelle nostre mani, nella nostra presa di coscienza, nelle nostre azioni.
Gabriele Maquignaz
Gabriele Maquignaz è un artista della Imago Art Gallery di Lugano, che propone per questa estate una collettiva di grande livello, oltre a Maquignaz, Arnaldo Pomodoro e Nicola De Maria. Sempre con la Imago, parteciperà al Seattle Art Fair a fine luglio per tre giorni.
L’uomo delle “Terre Alte“, così definito per le sue origini ai piedi dell’affascinante monte Cervino, dove si dice che allungando un dito si possa toccare il cielo e forse anche Dio. In questa ricerca interiore di Dio, ha trovato, nello sguardo rivolto alle stelle delle sue notti insonni, il suo percorso naturale, umano e artistico. Presente alla 60° Biennale di Venezia e nella sua Valle d’Aosta, che gli ha dedicato “BIG Bang“, una monografica. In quest’opera, si riconosce tutto l’artista Maquignaz: l’esplosione mistica sulla tela, l’esperienza sensoriale, la nascita che rappresenta, per la prima volta in un dipinto, lo Spazio-Tempo. Basta guardare le sue creature sulle sue tele, e va da sé che quello sparo non poteva non ripercuotersi e contorcersi nell’animo dell’artista, fino a comunicare, a gridare in un silenzio assordante: NO WAR!