Effetto soffitto-ceiling effect ma occorre andare oltre

Effetto soffitto
Il cosiddetto ceiling effect – “effetto soffitto” – in statistica, farmacologia, ma anche negli aspetti relativi alla valutazione degli alunni o all’autovalutazione della scuola – ha un’accezione critica che può avere anche risvolti positivi, consistendo in un fenomeno in cui l’atteso incremento del valore di una variabile non può aumentare poiché il valore di partenza era già prossimo al massimo. Per dirla molto semplicemente, una valutazione, didattica o istituzionale, che parta da una pre condizione ottimale, può trovare difficoltà nel porsi obiettivi di migliorabilità.
Effetto soffitto allarmante
Purtroppo, recentemente, in uno degli Istituti Comprensivi della mia Città, l’”effetto soffitto” ha assunto un significato decisamente più allarmante, poiché riconducibile ad un fatto di cronaca che ha riguardato un plesso scolastico dove, in una notte del “ponte” del 25 aprile, dunque provvidenzialmente in un momento in cui gli studenti e il personale scolastico non si trovavano nell’edificio, è crollato il soffitto di un’aula, probabilmente a causa di un’infiltrazione d’acqua. Non mi soffermo sulla comprensibile reazione da parte dei genitori degli studenti né sulle polemiche a seguito del drammatico episodio: senza dubbio è emerso chiaramente che tutti i commentatori hanno parlato di una tragedia scongiurata e proprio in queste settimane le condizioni strutturali dell’edificio sono state oggetto della riunione di commissioni consiliari per l’avvio di interventi di edilizia volti a ripristinare l’agibilità dell’aula in questione.
Monitoraggio e riqualificazione
Al di là dell’urgenza dei provvedimenti, ritengo che sia opportuno mettere in evidenza la necessità, parimenti non derogabile, della messa a sistema da parte degli Enti Locali di un’azione di monitoraggio e di progressiva riqualificazione edile, da attuarsi annualmente, possibilmente prima dell’inizio di ogni anno scolastico, in “tempo di pace”, dunque non in situazioni d’emergenza, ma secondo una prassi che preveda il raccordo delle forze in campo nel segno di una corresponsabilità condivisa. Di certo, gli esiti di questo processo graduale di messa in sicurezza e di ottimizzazione degli edifici scolastici non risolverebbero nell’immediato le criticità tante volte segnalate dalle scuole, ma garantirebbero almeno il conseguimento di risultati a medio e a lungo termine, fatta salva, naturalmente, la necessità di sostenere decisioni urgenti laddove necessario.
Edilizia scolastica solo in emergenza
Troppo spesso si guarda all’edilizia scolastica esclusivamente attraverso la lente dell’emergenza, quando la cronaca accende i riflettori sulla drammaticità delle incognite e purtroppo, a volte, sull’ineluttabilità delle conseguenze; ma, in questo modo, oltre che smentire il processo di innovazione in atto nelle scuole, notevolmente incentivato dagli ingenti investimenti finanziari del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, si rischia di trascurare altri aspetti relativi all’edilizia, certamente meno impattanti sul piano dell’incolumità della popolazione scolastica, ma fondamentali per la qualità dell’apprendimento: il ripensamento degli spazi scolastici, degli arredi e degli strumenti didattici in coerenza con il nuovo modo laboratoriale di “fare scuola”, in collaborazione con il Territorio, aprendo possibilità di educazione non formale, che si realizza nell’interazione tra gli allievi e le concrete situazioni di cui fanno esperienza, e informale, che riguarda i contesti di vita quotidiana, compreso il tempo libero.
È importante l’organizzazione degli spazi
L’edilizia scolastica, quindi, dovrebbe essere capace di accogliere le opportunità di un apprendimento diffuso, integrato, rispettoso di tutte le potenzialità degli studenti, non solo sul piano disciplinare dell’acquisizione delle conoscenze. Da sempre si pensa all’aula come accessoria rispetto all’apprendimento: oggi è necessario considerare la scuola come un ambiente in grado di accogliere diverse funzionalità, in un microclima di benessere e di attenzione alle esigenze e alle aspettative specifiche di ciascun alunno. Un ambiente così flessibile dal punto di vista strutturale, da consentire anche quell’outdoor education che valorizza l’ambiente esterno alla scuola come luogo di formazione. Una scuola in cui non solo la didattica, ma anche l’organizzazione degli spazi e degli arredi diventa un grande dispositivo pedagogico: un “effetto futuro” che non può coglierci impreparati.

Dirigente Scolastico
