È l’addome non il petto in fuori che dà l’idea di corpo sicuro

L’addome. Dopo “muscoli, colpe, sorelle Williams” e “le natiche audio di Rod Stewart“, mancava solo l’addome. Vediamo perché e cosa significa.
Dipende dall’addome
Nella fiction e nel cinema, che sono le rappresentazioni più vicine al quotidiano, il petto gonfio e in fuori dà solo idea di gonfiore rigido, di volersi imporre, ma non di forza. La forza viene dalla tensione addominale. Quando vogliamo far vedere un personaggio insicuro o gradasso gli diciamo di gonfiarsi “come il Duce”, se vogliamo invece trasmettere una rassicurante e confidente idea di forza gli diciamo di tendere gli addominali, a volte dobbiamo spiegare cosa vuol dire, perché grazie alla grandissima educazione fisica delle scuole si può arrivare a trenta o quaranta anni senza saper tirare l’addome.
Decisiva anche da coperta
La griglia addominale segna la postura e quindi il messaggio corporale, paradossale perché raramente si vede essendo coperta da maglie o altri indumenti, eppure è la parte di corpo che racconta di più su come il personaggio “sta” in quel momento. Se vogliamo che qualcuno appaia stanco e malmesso raccomandiamo di “smollare” gli addominali. La nostra è una serie “fisica” anche all’esterno delle scene sportive. Con il massimo rispetto per le altre impostazioni, noi il viso che dice una cosa e il corpo che ne tradisce un’altra non lo vogliamo. È un punto di forza.

Segue…
Anche perché quando un personaggio senza esperienza specifica gestisce bene gli addominali il suo corpo “segue” espressivamente, infatti i grandi attori (che in gran parte sono tipi e tipe molto umili) dicono, “come funziona, non me ne rendevo conto”. Le posture raccontano uno stato d’animo ma in qualche modo anche le impostano, non dico che se sei triste e tiri l’addome passi tutto, ma sicuramente interrompi il flusso negativo e (ripeto) il viso e la voce seguono. Più o meno a seconda della convinzione e della maturità di collegamento psico-fisico. Ecco spiegato perché ci dicono spesso che guardando le puntate “sembra di essere lì insieme”.
Fate il test
Provate anche a casa o dove vi trovate, dite a un amico che sappia cos’è un addome di tenderlo. Non di irrigidirlo, altrimenti si ottiene l’effetto busto di gesso. E voi giocate ad indovinare: adesso lo hai teso, adesso lo hai molle. Anche con il maglione ci si indovina sempre, perché la nostra parte istintiva è abituata a leggere la disponibilità ad attacco, difesa o fuga o affetto della persona che ci troviamo davanti.

Parte da lontano
Non inventiamo niente, solo mixiamo degli studi sportivi con le più elementari forme di interazione tra esseri umani. Mi inchino davanti agli attori di teatro, ma loro hanno e seguono esigenze diverse, ad esempio in termini di voce (mica hanno il microfono o il nostro fonico Marco Paolini nascosto a pochi centimetri). In una serie basata su storie vere si fa leva sulle letture comportamentali più elementari e primitive. Lo svaccamento (scusate l’eleganza) di Dabs al pub è curato (da molti anni di allenamento mi viene da dire) e trasmette abbandono e allegra stupidità anche perché i muscoli dell’addome sono rilassati. Pensate invece a un duello di Sergio Leone: ve li immaginate i duellanti con i lombi piegati e la pancia in fuori?

In caso di pericolo
Dicono che in caso di pericolo e minaccia (anche da parte di animali feroci) se non si può scappare sia meglio trasmettere calma. Una volta si parlava solo di sguardi, adesso anche di “Abs”, abbreviativo inglese per addominali. In pratica si mette la distanza maggiore tra lo sterno e le creste iliache, che sono gli spigoli ossei esterni che abbiamo a destra e sinistra dell’ombelico. Quindi se devi girare una fiction o se sei in un vicolo tra un doberman e un serial killer…
