Dialogo con Loredana Trestin a Genova Design Week
Due spazi, un solo sguardo: arte, materia e comunicazione nella visione contemporanea del design

Loredana Trestin a Genova Design Week 2025
Si è conclusa da pochi giorni la sesta edizione della Genova Design Week, promossa dal DiDe – Distretto del Design, che ha scelto come tema «la materia» per esplorare il rapporto tra progetto, materia e memoria.
Tra le proposte più coerenti con questo approccio sensibile, quella di Loredana Trestin, art manager, curatrice e imprenditrice culturale, che ha attivato due location nel cuore del centro storico: CAD – Creativity Art Design, al piano nobile del seicentesco Palazzo dei Rolli Saluzzo, e Divulgarti Connect, spazio urbano dedicato alla comunicazione, ai contenuti digitali e al design contemporaneo.
Loredana, due location molto diverse, ma unite da una visione. Qual è stata la linea guida di questa doppia presenza?
Sono due spazi che raccontano due anime complementari. Al piano nobile di Palazzo Saluzzo, con affreschi seicenteschi visibili fin dalla sottostante piazza Giustiniani, CAD accoglie progetti in cui arte, storia e design si intrecciano. In parallelo, Divulgarti Connect, su strada, è un laboratorio permanente dove si lavora sulla comunicazione e la valorizzazione delle identità visive. Quest’anno entrambe le location sono diventate luoghi vivi, percorsi da centinaia di persone, attratte non solo dai prodotti, ma dal modo in cui vengono raccontati.
Al centro del suo progetto c’è MOODBOX – The Moodboard Experience. Di cosa si tratta?
MOODBOX è un percorso esperienziale, ludico e percettivo, che invita il pubblico a scoprire otto moodboard ispirate al contesto storico in cui sono inserite. Ogni moodboard unisce materiali da pavimentazione, finiture di brand selezionati, tessuti e wallpaper, tutto coordinato attraverso l’uso di Master Colors. È una narrazione visiva che restituisce emozione attraverso la materia, pensata per coinvolgere non solo gli addetti ai lavori, ma anche il visitatore curioso e sensibile al bello.
In mostra anche nuove realtà imprenditoriali. Quali collaborazioni ha voluto portare quest’anno?
Ho presentato una realtà artigiana di eccellenza che da anni produce per i maggiori brand italiani del settore divani e poltrone. Oggi ha dato vita a una nuova linea ispirata all’arte, e abbiamo esposto due poltrone di design realizzate in dialogo con le opere di Paola Bettello e Carlo Busetti, due artisti che seguo da anni. È un modo per far vivere l’arte dentro l’oggetto, dentro la quotidianità, non solo appenderla a un muro.
La luce ha avuto un ruolo rilevante nei suoi spazi. Ce ne parla?
In entrambe le location ho voluto inserire GENOALAMP, azienda ligure con oltre 70 anni di storia, che rappresenta una sintesi perfetta tra tradizione e innovazione. Hanno la capacità di rinnovarsi continuamente, selezionando i prodotti migliori sul mercato per garantire qualità formale e tecnologica. Particolarmente interessante è la loro proposta di brand internazionali, alcuni dei quali abbiamo potuto ammirare in questa edizione: oggetti di design dall’estetica essenziale ma dalle funzionalità inaspettate, capaci di stupire anche il visitatore più esperto. L’affluenza è stata continua e il passaparola ha funzionato in modo straordinario: tutti volevano vedere e toccare con mano questi pezzi.
Il DiDe ha saputo mettere insieme realtà molto diverse: che ruolo ha, secondo lei, il design in una città come Genova?
Il design qui non può essere solo estetica o funzione. Deve essere rigenerazione, racconto urbano, ascolto. E credo che questa edizione l’abbia dimostrato con forza. Quello che mi ha colpito di più è stato il fermento diffuso: non solo nelle location ufficiali, ma nei dialoghi spontanei, nelle connessioni tra creativi, nell’apertura verso i linguaggi meno istituzionali. È stata un’edizione viva, concreta, mai autoreferenziale.
Il lavoro del DiDe è stato davvero notevole. Cosa si sente di dire alla squadra che lo ha reso possibile?
Il team del DiDe ha lavorato con dedizione e determinazione. Un grande merito va alla presidente Elisabetta Rossetti, che guida questa realtà con lucidità e passione, tenendo insieme imprenditorialità, cultura e visione strategica. Arrivare alla sesta edizione con un programma così ricco e coerente, capace di coinvolgere aziende, progettisti, artisti e pubblico, non è un risultato da poco. È la prova che Genova può essere una piattaforma di dialogo reale per il design italiano.
Tre parole per raccontare il suo approccio al progetto
Eleganza. Decisionalità. Visione. Sempre guidate da una cosa sola: la curiosità. Senza quella, non nasce nulla.










