Dario Argento? Cosa c’entra con una serie sullo sport
BeliEVIL CredereMALE
“Che scherzi ci fa la nostra percezione? Sono sempre stato attratto e spaventato da come una frase casuale, uno slogan, un fumetto, una battuta fraintesa o un errore di battitura formino e incrostino una percezione sbagliata per l’eternità. Succede in ogni campo. Quante cose crediamo verissime solo perché le sentiamo spesso? Quante volte ci troviamo a dire “wow, credevo l’esatto contrario”? Quante volte siamo disposti a fare marcia indietro? Purtroppo quasi mai”. Luca Tramontin
Dario Argento
Dario Argento? Chi non conosce il maestro del brivido? Poi sul cosa c’entri il maestro Dario Argento con una serie sullo sport, lo capiremo leggendo l’articolo qui di seguito. Ricordatevi che l’autore è sempre lo stesso di “Pensiero veloce e pensiero analitico”, ma anche de “La Svizzera dell’italiano medio”. I contenuti che scrive sono sempre inusuali e profondi. Vale la pena leggerli e se ve li siete persi cliccate sopra i titoli.
Come me e Raoul Bova
Sì, SPORT CRIME e Suspiria si somigliano come me e Raul Bova.
Ma negli anni ‘70 Bernardino Zapponi ha capito che l’essere umano si identifica e si lega maggiormente se vede cose che ha provato.
E che la pallottola in testa l’abbiamo collaudata in pochi, la scottatura da acqua calda tutti. Trent’anni prima dei neuroni specchio.
SPORT CRIME funziona così, le ossa scrocchiate (live) dall’osteopata inchiodano alla sedia più dell’invasione aliena. La capocciata sullo spigolo più del grattacielo che esplode.
Lo spettatore lo capisce e lo sente, il bancario e il televisivo italiano no, per questo siamo felicemente e trionfalmente emigrati, questo articolo uscirà poche settimane prima della diffusione mondiale. Dobbiamo molto a Zapponi, prezioso e sottovalutato (dal grande pubblico, non da Dario né dai cultori) stratega della percezione umana.
Purtroppo l’hanno provata tutti
La stanchezza orrenda di quando ti fanno correre controvoglia, nel momento ormonale sbagliato, nel codice di ricordi sbagliato, con lo stomaco che si ribella e le gambe che si trascinano.
L’hanno provata tutti. Purtroppo, perché l’attività fisica littorio-borghesaura è basata sul soffrire in cambio di apparire o guarire.
Il divertimento delle “gambe che vanno da sole” anche, quasi tutti l’hanno provato, pensando che fosse un dono celeste, un caso unico e irripetibile. Balle, ma restiamo alla percezione.
Nelle nostre storie lo spettatore comune si ritrova molto nello sportivo amatoriale (molto rappresentato), nel non sportivo (metà agenzia Seams all’inizio della serie non pratica sport) o nel professionista in difficoltà. Zapponismo del terzo millennio.
E allora tutti sotto
Anche altre serie cercano (spesso con algoritmi o consulenze costosissime) “storie che succedono a tutti così tutti le guardano”. Ma nessuno (fa ridere ma è così) dei grandi investitori si sta accorgendo che, così saggiamente facendo, le serie tendono a somigliarsi tutte, e lo spettatore, neanche inchiodato a casa col Covid 19-Abarth, è disposto a guardare ore di episodi che si concludono sempre con “era sua figlia”.
Tutti siamo stati lasciati prima o dopo? Wow, che marketing. Ma la parte fisica? Animale, istintiva dello spettatore? Non ero presente alle riunioni, ma credo un grande credito vada anche a Salvatore Argento, Dario e agli altri dirigenti: quando Zapponi proponeva manette della doccia invece che inseguimenti e 44 Magnum evidentemente nessuno gli ha ha detto “taci! Qui fàmo odienz”. Ancora più evidentemente hanno ascoltato con attenzione il suo discorso sulla percezione.
“Er Baggett”, e scusate la finezza
Torniamo al Pìndol (bellunese per “tordo che non sa di esserlo”) che non ha voluto investire in una serie senza sgozzume e smitragliame. Prima di tutto lo ringraziamo, perchè ci ha indotti a iniziare in Svizzera, a farci una squadra indipendente e (scusate la finezza) a tenerci gran parte delle quote azionarie. La percezione diffusa che solo quello che costa rende (senza congiuntivo) è molto diffusa anche da chi scrive su Facebook che bisogna essere liberi.
Anche in questa trappola percettiva mi è venuto incontro un grande ribelle degli anni ‘70: Keith Richards ha detto che selezionando i brani per gli LP si tende a mettere davanti quelli che sono costati più tempo di costruzione. Invece bisogna denudarsi, partire da zero e giudicare solo l’equilibrio del disco. Quello che ti è arrivato “a flash” in pochi secondi non vale meno del brano che hai portato in riunione e sessione sedici volte. Ci erano cascati – sembra – anche i suoi Rolling Stones.
Neuroni/Ormoni Specchio, e scusate ancora una finezza, dai che per oggi è l’ultima
Vediamo una torta in TV e ci viene l’acqua in bocca. Viene a chi mangia sempre la torta, immagina a me che – causa morbo di Crohn – non posso mangiarla. Quell’acquolina sembra telecomandata dalla torta, invece passa per quelle sostanze che sono sia fisiche che mentali e che per brevità boscaiola chiamerò ormoni. Se vediamo un allenatore viscido che ci ricorda (lo facciamo apposta) quello di tuo figlio, le narici si allargano per prendere più ossigeno, i piedi si muovono, ti scaldi leggermente (o non leggermente, dipende da quanta immedesimazione percepisci, sempre lì torniamo).
In pratica ti prepari allo scontro.
Acquolina e adrenalina, che due perce-balle, sembra ci siano solo loro e non migliaia di sostanze affascinanti.
Ma l’allargamento delle narici non viene indotto da un dirigente di Saxa Rubra o dal nostro bancario Pìndol, è una combinazione ormonale che trasforma i segnali emotivi in liquidi fisici. Dopo la proiezione “privata” (300 persone circa) a Torino molti invitati dicevano “quella parte mi ha preso”, “mi sembrava di essere lì”. Istintivamente, perfettamente, proficuamente, umanamente, hanno zap-percepito tutto.
Nota e divagazione
Divago tifosamente per qualche riga.
Adesso che i CD dei Black Sabbath vengono allegati a La Repubblica come grandi classici, Dario Argento è nella categoria “Maestri del Cinema”, il rugby è nobile che piu nobile (balla) non si può.
Ti/vi viene mica voglia di tornare indietro da chi diceva (nell’ordine) “Casino”, Succo di Pomodoro” e “Botte da orbi”?
Sì, lo so, “basta fregarsene” ma non è vero:
- mi riferisco a tesi di laurea, voti abbassati, dischi rotti, conseguenze insomma,
- non parlo di passanti o di persone legittimamente ignoranti di vino o alta moda come me (che comunque non emetto giudizi su Teroldego e Gabardine). Purtroppo mi riferisco a persone di alto livello. In questo momento sto pensando a un amico storico che mi ha pesantemente insultato per un libro su Profondo Rosso: “Capisco il film ma…” che bello se alzasse la mano e dicesse “ero io”.
Oltre che a Zapponi, SPORT CRIME deve molto anche a Giacomo Rizzolatti, Leonardo Fogassi, Luciano Fadiga, Vittorio Gallese e Giuseppe di Pellegrino e sicuramente a qualcun altro di quella squadra di studiosi che hanno capito (volgarizzo) che immedesimarsi significa mimare e in parte riprodurre. Un invito a chi ha mezzi cognitivi maggiori dei miei a scavare nel loro lavoro.
Autore TV, Scrittore, Atleta