Da Stoccarda a Bucarest con sosta a Vienna by plane
Da Stoccarda a Bucarest è l’itinerario aereo effettuato dai nostri rappresentanti dalla Germania. Saranno presenti come corrispondenti e come giuria al concorso canoro all‘Oldies Songs Festival. Ecco le prime impressioni di viaggio.
Da Stoccarda a Bucarest in aeroporto
Due anni fa vi abbiamo raccontato alcune “impressioni di viaggio” in terra teutonica. Era dicembre 2020 e vi abbiamo raccontato di un Natale in Germania. Precisamente da Stoccarda, attraverso la Foresta nera (Schwarzwald), fin giù ai confini con la Svizzera tra Basilea e Sciaffusa.
Partendo ancora una volta da Stoccarda, abbiamo deciso di fare un giro fuori dai confini tedeschi.
Oggi ci rechiamo a Bucarest, in Romania. Avevamo pensato inizialmente di prenderla comoda e di fare un viaggio in auto. La distanza (1800 chilometri) ci ha fatto desistere. Ma siamo andati in aereo. Da Stoccarda a Bucarest con scalo a Vienna.
Aeroporto di Vienna-Schwechat
Qualche problema iniziale con il check in online.
Il sito per prenotare voli, dopo l’acquisto del biglietto, permette di fare il check in online. Non tenendo in considerazione che per viaggiare nei paesi dell’area Schengen è sufficiente la carta d’identità. Grazie all’aiuto diretto della compagnia di bandiera Austriaca, siamo riusciti a registrarci con la sola carta d’identità. Non sappiamo se è stato un caso, ma dall’aeroporto di Stoccarda, fino a Vienna non ci hanno chiesto documenti. Solo la carta d’imbarco e via.
Controlli severissimi all’ingresso e in Austria… Molta libertà. All’interno dell’aerostazione, un’ora di attesa e si riparte alla volta di Bucarest. Qui un veloce controllo del passaporto e ci avviamo verso l’uscita.
Non abbiamo bisogno di fare lungo code, in quanto, solo per il weekend, abbiamo preferito il classico trolley: più che sufficiente.
Aeroporto internazionale Henri Coandă di Bucarest
Siamo stati invitati dalla Federazione Arte, Musica e Sport, per assistere all’Oldies Songs Festival, in programma oggi.
In Aeroporto ci attende Cristian Munteanu, Presidente della FAMS che ci dà il benvenuto portandoci i saluti delle istituzioni locali e dei vertici della Federazione.
Una grande sorpresa ci attende appena mettiamo il naso fuori dallo spazio aeroportuale. Riusciamo finalmente a vedere i volti delle persone: le labbra delle signore con il rossetto, e le barbe degli uomini. Si, perché qui in Romania, le restrizioni anti covid non esistono più. Niente green pass, e niente mascherine. A onore del vero i controlli ai quali siamo stati sottoposti erano solo di “sicurezza”. Nessuna richiesta di test rapidi o certificazioni varie.
Venire in Romania dopo due anni esatti di lockdown, mascherine, gel igienizzanti, mascherine e green pass, è come andare in vacanza… in un altro mondo. Sotto ogni punto di vista.
Bucarest
Ci accoglie una città molto “caotica” pur nel suo ordine. Sarà che è venerdì pomeriggio, e in tanti si affrettano per prepararsi al weekend, o forse è così quotidianamente.
Fiumi di auto sulle strade ma assolutamente e ordinatamente nelle proprie corsie.
Prima di andare in albergo abbiamo “girovagato”, in taxi, per avere un’idea della città. Pulita, ordinata, niente strombazzate e nessun guidatore indisciplinato. La prima impressione merita un bel 7 più.
Arrivando verso il centro città passiamo davanti a numerosi “luoghi da mettere in agenda”. Ma il tempo è tiranno, come diceva un nostro amato conduttore televisivo. Il nostro Cicerone, Cristian Munteanu, ci indica i vari palazzi del potere, alcuni abbandonati e fatiscenti (a rimembranza della passata dittatura), altri finemente curati. Uno sguardo dai finestrini ad un “mammuth e un dinosauro” esposti all’ingresso del Museo Paleolitico.
3 musei da non lasciarsi sfuggire
Più conosciuto come “il museo del villaggio”. Vede la luce nel 1936 ed è un’occasione per conoscere le differenze rurali caratteristiche della Romania.
Sede della Presidenza della Repubblica riflette lo splendido passato di Bucarest.
Quest’ultimo mostra l’ostentoso stile di vita di Ceausescu. Crediamo non sia necessario chiarire la figura del dittatore. Il Palazzo Primaverili è stato aperto al pubblico nel 2016 e non lascia certamente indifferente il visitatore.
Poi si va in albergo. Una doccia veloce e veniamo trascinati, per cena in una “residenza” cinquecentesca. Una sorta di fattoria dell’epoca trasformata, dopo uno spaventoso incendio negli anni della seconda guerra mondiale, in un caratteristico ristorante dove si serve assolutamente cibo tradizionale. Impossibile descrivere la delizia del palato.
In serata tardi ci attendono negli studi di Kapital TV, Televisione nazionale Rumena, per un’intervista sul tema Festival Oldies Songs e Bucarest, in onda alle 13:00 ora italiana (le 14:00 in Romania).
Redazione GlobeToday’s World Stuttgart