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Cricket, Apartheid e Talebani

Cricket:No deciso alla discriminazione
No deciso alla discriminazione

Il Cricket nell’Afganistan di oggi e il Sudafrica di ieri

Il Cricket che ha espulso in Sudafrica (Apartheid) tollera l’Afganistan (Woman-Partaid).

Nel Cricket ogni aspetto etico è amplificato, per cultura, e per dimensioni (coinvolge India, Pakistan, Britannia e colonie). «Giochiamo contro l’Afghanistan che discrimina le donne, e abbiamo tagliato fuori il Sudafrica dal 1970 al ‘90». Questa frase (riassunta) gira molto nei circoli, nei giornali di Cricket, nei circoli di Lord’s, Pub e ambiti collegati. È un problema del Cricket perché è l’unico sport nel quale gli Afghani sono molto forti. Gli altri sport (a partire dal Rugby, grande e sonoro “espulsore” del Sudafrica razzista) possono permettersi di ignorare il problema. Ma è tutto diverso, perché il regime Talib, che ha ripreso il potere nel 2021, due decenni dopo essere stato rimosso, vieta il cricket (e la scuola) alle bambine.

Il Sudafrica del passato invece “faceva giocare ancora di più”, rinforzando i campionati interni e spesso affidandosi a “tour abusivi” dall’estero. Lo scenario quindi è completamente diverso. Ricordiamoci che Rugby e Cricket hanno avuto una parte rilevante sulla caduta del governo “Saf” e del ritorno di Mandela.

Afganistan esclusa dall’Inghilterra e Australia

Adesso: Inghilterra e Australia hanno dichiarato che non giocheranno match bilaterali con l’Afghanistan, che comunque resta libero di partecipare ai Tornei ICC (quelli che contano nel mondo). Per farla breve, ai vari Mondiali di varie formule arrivano anche sesti, settimi. Per capirci: i livelli di passione (non di soldi o risultati) sono simili a India, Sri Lanka e Pakistan.

Perché? Perché tutti gli esiliati in Pakistan si sono portati la passione e la competenza una volta rientrati. Premesso che la società non Talib chiede sonoramente la non-espulsione, dicendo che la funzione integrativa ne risentirebbe e farebbe un regalo al regime, ci sono molte ragioni pro e contro. E finalmente una terza alternativa: “estradare” una nazionale femminile in Australia o Inghilterra, e farla giocare nel circuito internazionale.

Ha una sua grossa e innovativa logica, resta da vedere se ne beneficerebbe (ho l’impressione di sì) il movimento e la vita delle donne che restano a casa. Tema complesso, rilevante e decisivo, come il Cricket.

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