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C’è acqua, ma i marziani sono un’altra cosa!

C’è acqua e i marziani?

C’è acqua

C’è acqua, ma i marziani sono un’altra cosa.

Finalmente ci siamo. Dopo decenni trascorsi a ipotizzare, sperare, dedurre da semplici indizi, ecco la prova inopinabile: su un pianeta distante circa centoundici anni luce da noi esiste vapore acqueo nell’atmosfera.

In altri termini, c’è acqua.

Poca cosa per un disattento lettore, poiché egli, aprendo semplicemente il rubinetto di casa, può averne a volontà ma un passo epocale per la ricerca scientifica.

Mai, prima d’ora, la prova era apparsa così evidente.

Certo, centoundici anni luce sono una distanza enorme. Ma solo per noi.

Da un punto di vista cosmico è come andare a comprare le sigarette dal tabaccaio sotto casa.

Ma veniamo ai fatti

Analizzando i dati raccolti dal telescopio spaziale Hubble, i ricercatori sono riusciti a “trovare” molecole d’acqua nell’atmosfera di k2-18b osservando la luce di K2-18, la stella intorno alla quale orbita il pianeta.

Com’è noto, quando un raggio di luce attraversa l’atmosfera (o altri elementi che “si lasciano attraversare”), ne rende visibile la composizione.

Un procedura complessa e laboriosa ma collaudata.

E così è emersa la presenza di acqua con tutte le implicazioni che ne conseguono. Ma non saltiamo a conclusioni affrettate.

C’è acqua perché è stata vista e forse vita

Molto ma molto probabilmente ci sono anche forme di vita (ora ipotizzate) secondo un processo di creazione simile a quello che abbiamo avuto noi sulla Terra.

Meno probabile è la presenza degli “omini verdi” o delle astronavi di Star Treck.

Sia chiaro, la presenza di molecole d’acqua è stata rinvenuta anche in altri esopianeti gassosi, ma K2-18b ha la particolarità di trovarsi ad una distanza dalla propria stella perfetta per avere una temperatura ottimale.

Ma sarebbe proprio come da noi? No per due fattori

Innanzitutto la massa di K2-18b è sei volte quella della Terra, quindi si tratta di una super-Terra.

Le eventuali forme di vita terrestre sarebbero adattate a una gravità fortissima (rispetto alla nostra). Dovrebbero essere più tozze, avere una potente muscolatura e ossa molto robuste per reggere il peso di corpi molto schiacciati al suolo.

 Anche eventuali organismi marini dovrebbero tenere conto di una pressione che, a livello “zero”, è circa sei chilogrammi in luogo del “nostro” unico chilo (circa).

Il compito forse più complesso è immaginare gli uccelli. Avrebbero ali enormi per creare la giusta portanza a sollevare un complesso di muscoli e ossa in grado di sostenere decolli e atterraggi resi sei volte più “pesanti” di quelli effettuati sulla Terra.

 O forse si tratterebbe di “vesciche” piene di gas più leggeri dell’aria in modo da poter “veleggiare” a una giusta altezza e atterrare “sgonfiandosi” senza quindi il bisogno di dover attutire atterraggi troppo duri (e pesanti).

Quanto alle piante è ipotizzabile che quelle dal fusto “slanciato” non esistano. Quindi un verde “basso”, “tozzo” o “schiacciato”, comunque “rasente” al suolo o con un’altezza limitata.

 La seconda particolarità è la luce.

A differenza di noi, che orbitiamo attorno ad una stella gialla, k2-18b orbita attorno ad una nana rossa (K2-18).

Ciò potrebbe significare, per le ipotetiche creature che vi dimorassero, una struttura oculare differente dalla nostra, in grado di captare colori che noi non percepiamo e potrebbero addirittura vedere in parti dello spettro elettromagnetico che ci sono proibite (mentre loro non potrebbero vedere quello che siamo soliti vedere noi, sempre a causa della differente intensità di luce diurna).

E’ difficile stabilire se una futura agenzia turistica consiglierebbe K2-18b come meta per le vacanze e, ancor di più, se le sue creature sarebbero “compatibili” con una coesistenza umana, ma certamente è ormai innegabile che non si tratta tanto del “se” esiste vita nel cosmo quanto del  “quando” verrà scoperta al di là di ogni dubbio, com’è successo per i buchi neri e mille altri “misteri”.

E’ indubbio che viviamo in un’epoca contraddittoria che da un lato ci fa assistere a indicibili brutture e dall’altro ci regala momenti emozionanti, ma soprattutto fondamentali, in ogni campo della scienza e della tecnica. Già abbiamo scritto di “turismo spaziale” e di “astronauta fai da te” giusto per rimanere in tema di spazio.

Gli storici dei secoli a venire, forse guarderanno al nostro tempo, e a noi, con un pizzico d’invidia poiché abbiamo avuto la ventura di vivere momenti di svolta (caduta del muro di Berlino, nascita dell’avventura spaziale, nascita dei computer, …)  nella storia umana.

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