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Calcioscommesse 2025: come arginare il rischio scommesse illegali

Calcioscommesse - il pallone nella rete
Calcioscommesse: il pallone “nella rete” (Piro)

Tra ludopatia, debiti e piattaforme clandestine, è tutto il calcio italiano sotto accusa

Calcio e calcioscommesse

Le recenti inchieste che hanno coinvolto il mondo dello sport, e in particolare del calcio, circa i fatti riguardanti un giro di scommesse clandestine da parte di atleti che hanno gestito un giro d’affari di quasi un milione e mezzo di euro sequestrati dalla Procura di Milano, sono oggetto di un’attenta analisi. Si delinea infatti un mondo parallelo allo sport che coinvolge quasi una ventina di atleti, tutti con lo stesso vizio: il poker e le scommesse su piattaforme illegali, uniti da un unico denominatore comune, la ludopatia. Protagonisti delle indagini nomi di calciatori come _Fagioli_ e Tonali, reduci dalla recente inchiesta di calcioscommesse che li aveva già portati alla squalifica e al patteggiamento con la Procura di Torino.

Una boutique di lusso al centro dell’indagine

Ora l’attenzione si concentra su una boutique di lusso nel cuore di Milano, roccaforte degli sportivi, che incassava pagamenti in denaro per saldare debiti di gioco, giustificati formalmente con l’acquisto di orologi e gioielli che spesso non venivano nemmeno ritirati. I pagamenti avvenivano anche attraverso carte prepagate, conti intestati a prestanome, ricariche PostePay e versamenti in contanti.
Fulcro dell’inchiesta sono ancora Tonali e _Fagioli_, introdotti nel sistema dall’ex arbitro Marinoni, che offriva bonus e sconti sui debiti in cambio dell’introduzione di altri sportivi in gruppi WhatsApp finalizzati alle scommesse su eventi sportivi, per poi reindirizzarli su piattaforme private illegali. Secondo il PM, gli atleti coinvolti, in numero crescente, non si limitavano a scommettere, ma svolgevano ruoli attivi nell’organizzazione delle scommesse clandestine, ottenendo vantaggi anche attraverso la pubblicizzazione del giro di scommesse.

Cosa rischiano i calciatori

Dal punto di vista penale, chi scommette su piattaforme illegali rischia un arresto fino a tre mesi, convertibile in ammenda o oblazione. Diverso il caso di chi partecipa attivamente, organizzando e promuovendo l’attività ludopatica: in questi casi, le pene sono più severe.
Se il tesserato ha scommesso sul calcio ufficiale, rischia inoltre la squalifica sportiva ai sensi dell’art. 4 del Codice di Giustizia Sportiva (CDGS), che prevede tre anni di squalifica e multe di 25.000 euro. Resta salvo il principio del “ne bis in idem“, ovvero il divieto di duplicazione dei procedimenti sportivi, applicabile per _Fagioli_ e Tonali, salvo l’emergere di fatti nuovi.

Come arginare le scommesse illegali

Dietro questa ennesima inchiesta si cela un problema di grande rilevanza pubblica nel mondo dello sport: emerge un mondo parallelo fatto di soldi facili e noia, che conduce a una spirale di perdita economica e mancanza di punti di riferimento, sfociando in una solitudine difficile da superare.
Se vogliamo che i nostri idoli, presi ad esempio da molti bambini, rappresentino la forza non solo fisica ma anche interiore, occorre che le azioni sociali promosse dai club di appartenenza siano incisive e testimonianti. Non solo per i fan, che avranno un modello da seguire, ma anche per ogni singolo giocatore. Questo si realizza attraverso iniziative concrete che i club devono trasmettere ai propri atleti, affinché diventino modelli di vita, prima per sé stessi e poi per gli altri.

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