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Bronzo e metallurghi del passato tra riciclo e tecnologia

Bronzo - Museo
Museu do Arte Pré-Histórico di Mação

L’età del bronzo fece compiere un balzo in avanti all’umanità. I nostri antenati, seppure in maniera rudimentale, ma geniale, anche per le infinitesime disponibilità e conoscenze, tramandano ai giorni nostri il concetto di riciclo e tecnologia. È straordinario! Come è straordinario il viaggio a ritroso che stiamo compiendo a partire dalle “Mummie di gran Bretagna”. Grazie a questa serie di articoli, stiamo scoprendo come l’Archeologia, mostri in modo egregio e semplice la mai perduta attualità.

L’età del bronzo e gli insegnamenti di 4000 anni fa

Continuando a scoprire le curiosità sull’etá del Bronzo in Europa, iniziamo ora ad apprendere alcuni insegnamenti che possiamo trarre dalle testimonianze dei nostri antenati di 4000 anni fa. Nel caso specifico come gestivano la loro risorsa strategica più importante e il primo materiale completamente riciclabile usato dall’ uomo: il bronzo.

Tra il 3500 a.C. e il 2000 a.C.

Giá tra la fine del periodo Neolitico (3500 a.C.) e l’etá del Rame (2500-2000 a.C.) l’uomo era in grado di usare, su piccola scala, un metallo dalle indiscusse proprietà tecniche, il rame. Ma la vera rivoluzione avvenne quando si scoprì la possibilitá di creare una lega aggiungendo a questo metallo lo stagno. Fu così che grazie a secoli di conoscenza della tecnologia del fuoco e dei minerali, si creò il bronzo, più resistente del rame, più facilmente fondibile e molto ricercato dai capi delle comunitá umane.

Il salto tecnologico crea la figura del metallurgo

Infatti con questo salto tecnologico, divenne possibile creare oggetti sempre più articolati e grandi. Nacquero ad esempio le prime armi vere e proprie come le spade. La conoscenza tecnologica necessaria per lavorare il bronzo fece emergere la figura del metallurgo. Una categoria sociale fondamentale per i signori dell’epoca perchè garantiva loro la produzione di armi, attrezzi specializzati e gioielli che essi usavano come simboli di stato sociale. Si pensa che i metallurghi in un primo tempo fossero itineranti e che portassero con sé i prodotti del loro lavoro di villaggio in villaggio.

Il ripostiglio di Porto do Concelho e quello di Isleham

Bronzo - Ripostiglio
Ripostiglio del Porto do Concelho ( Mação-Portogallo). Fine dell’etá del Bronzo. Immagine autorizzata dal Museu do Arte Pré-Histórico di Mação e realizzata dal Master in Fotografia dell’ Instituto Politécnico de Tomar

Tracce di questo commercio itinerante sono i cosidetti ripostigli di fonditore sparsi un po’ per tutta Europa. Si tratta di luoghi fuori dagli abitati, spesso scoperti per caso, dove in una fossetta sono sotterrati oggetti di bronzo. È il caso del ripostiglio di Porto do Concelho (Mação- Portogallo) ritrovato nel 1943 aprendo a picconate la roccia per creare una strada. Possono essere armi, attrezzi, ornamenti, contenuti in un vaso, o più generalmente ammucchiati uno all’altro, forse all’epoca contenuti in un sacco di cuoio o tessuto che col tempo si è dissolto. Molti di questi ripostigli contengono un misto di oggetti finiti e frammentati, con visibili tracce di uso, e a volte in gran quantità. Si pensi che il ripostiglio di Isleham, nella contea di Cambridge in Inghilterra, è composto da oltre 6500 artefatti di bronzo contenuti in una enorme vaso.

Una sorta di “stagnino” per riciclare

Bronzo - Falcetto
Falcetto nel ripostiglio di Porto do Concelho, con frattura che ne ha forse causato il riciclo. Immagine autorizzata dal Museu do Arte Pré-Histórico di Mação

Come mai i metallurghi raccoglievano queste grandi quantitá di rottami? Bisogna tornare ai ricordi dei nonni e pensare alla figura dello stagnino, la persona che girava di casa in casa e comprava rottami da poter riciclare. Ebbene probabilmente questa figura esisteva già nell’età del Bronzo. Raccoglieva attrezzi rotti, armi spezzate e usava i rottami per rifonderli e creare nuovi oggetti. C’è però una dinamica di 4000 anni fa che va presa in considerazione. Mentre il rame era reperibile, seppur non facilmente, in molte parti d’ Europa, al contrario lo stagno lo si trovava solo in alcune regioni (Galizia, Bretagna, Cornovaglia, Germania centrale).

Il riciclo del bronzo

Di conseguenza riciclare il bronzo diventava fondamentale per abbattere i costi di approvvigionamento dello stagno, ma anche per poter avere più facilmente e rapidamente del metallo da usare subito, invece che dover affidarsi al complicato e lungo ciclo di ottenimento del metallo partendo dai suoi minerali estratti nelle miniere, che prima o poi si esaurivano. Curiosamente, il maggior numero di ripostigli di fonditore, e tra questi quelli con più bronzi al loro interno, sono datati alla fine dell’etá del Bronzo (XII-IX sec. aC.).

Quando forse alcune miniere si erano esaurite, ma soprattutto in un periodo nel quale i contatti extraregionali per approvvigionarsi dello stagno si erano fatti più difficili a causa di alcune crisi sociali in atto. I nostri antenati avevano forse imparato a razionalizzare, con la pratica del riciclo, l’uso di un materiale strategico in tempi di necessitá. Cicerone scrisse che la storia è maestra di vita. In questo caso lo è l’etá del Bronzo.

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