Battiato ha trovato il suo centro di gravità permanente

Battiato nei miei ricordi
Ho “conosciuto” Franco Battiato quando ancora non potevo ricordare, da bambino. Ma le immagini nella mente che ho dell’audiocassetta de “La voce del padrone” (1981), sono di un oggetto molto usato. Era uno dei cantautori preferiti di mio padre. Di mio, ho ricordi risalenti ai 7 anni. “La voce del padrone” scandiva molte delle mie colazioni, prima di andare a scuola. Mi faceva particolarmente sognare la canzone “Summer on a Solitary Beach”. Mi immaginavo, tra un biscotto e l’altro, di camminare su quella spiaggia solitaria in estate.
Le ispirazioni dentro le canzoni di Battiato
Moltissimi altri adulti e bambini sono stati ispirati, estasiati, innamorati o semplicemente intrattenuti dalle canzoni del maestro siciliano. Per certi versi, un visionario e un profeta della musica italiana. Uno di quelli semplici, che il resto del villaggio o ammira o prende per pazzo. Senz’altro, deve aver fatto sorridere il suo look stravagante del “Centro di gravità permanente”, nei primi videoclip musicali. Lui però non se ne curava e continuava a guardare in avanti. Probabilmente è stato cosi che ha avuto l’intuizione di prendere il concetto di “musica progressive” e portarla a misura di cantautore italiano.
La cosa particolare dello stile di Battiato, è che mentre il mondo musicale degli anni ‘80 e ‘90 cambiava, lui rimaneva lo stesso. Per certi versi, non è mai stato lui ad adattarsi, ma il resto del mondo musicale che ha provato a rincorrerlo. Senza però mai riuscire realmente a raggiungerlo.
I successi del cantautore
Poi come capita a tutti gli artisti, alcuni album sono riusciti meglio di altri. Dopo l’enorme successo de “La voce del padrone” (1981), e “L’arca di Noè” (1982), non si può dire ad esempio che “Orizzonti perduti” (1983) risulti altrettanto memorabile. Ma anche in ciò, ancora oggi non si smetterebbe mai di ascoltare una delle canzoni contenute. “La stagione dell’amore”. Non bisogna nemmeno essere infastiditi da queste affermazioni. Perché quegli album erano degli esperimenti continui. Dei dipinti astratti di cui magari, di alcuni, ancora oggi non ne cogliamo il senso completo.
Ma magari un domani i nostri figli o nipoti ci riusciranno. Perché ancora domani Battiato sarà ascoltato e ispirerà la musica di una nuova generazione. Come del resto accadde già negli anni 2000. “Voglio vederti danzare” infatti, venne riproposta come remix dal dj Prezioso feat Marvin nel 2003. Divenne subito un successo che i giovani, molti dei quali magari non conoscevano Battiato, ascoltavano e ballavano.
La critica “troppo critica”
La critica musicale della carta stampata si indignò notevolmente, bollando “l’affronto” con connotazioni di valore morale e economico. Battiato non ha mai rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito. Ma col senno del poi, lo possiamo facilmente immaginare umilmente compiaciuto. Da cosa? Dall’osservare nel mondo reale della musica, quegli sprazzi che lui aveva intuito vent’anni prima. Il maestro che osserva i suoi allievi ritrovarlo o scoprirlo, sotto altre forme, altri stili, in altre vite. Perché di certo gli anni 2000 sono stati un’epoca molto diversa da quella degli Ottanta.
Forse lo possiamo anche un po’ intuire da alcune particolarità che il cantautore siciliano sembra mostrare di più. Dopo il grande successo de “La Cura” (1996) e Shock in my town” (1998). Poi degli album di covers “Fleurs” del 1999 e 2008. Sembra concentrarsi maggiormente sull’amore. Non strettamente in senso romantico, come già in passato faceva spesso, ma in senso di armonia universale. È proprio del 2008 anche “Tutto il mondo obbedisce all’amore”. Somma di quel pensiero, di quella necessità sempre più evidente.
Il mondo che sarà
La domanda è se è una necessità di Battiato o no? Perché se con 20 anni di anticipo aveva sdoganato – a modo suo – la musica dance, cosa voleva provare a dirci in quel momento, con altrettanto anticipo? Oggi, 2021, quasi vent’anni dopo nel vedere il mondo nel giorno della sua scomparsa ci potrebbe percorrere un brivido. Si, perché mai come oggi il mondo pare aver bisogno di armonia, e l’universo sembra necessitare di ritrovare l’equilibrio. Battiato può anche aver smesso di suonare, di respirare in questo mondo. Ma le sue canzoni, come stelle, continueranno a brillare raccontandosi. Ma non solo. Raccontandoci probabilmente il mondo che sarà.

