Asia. 16 anni di musica e maturità “…Gourmet”
Asia
Asia ha sedici anni. Potrebbe essere figlia di molti di noi, se non nipote. Canta, suona, compone musica e scrive i testi, con quelle frasi da generazione “Z” che si leggono sull’immancabile smartphone/ IPhone dei ragazzi e che si portano dietro ovunque, come una terza mano. La sua voce è gradevole e intonatissima. La musica ha il ritmo necessario per far muovere gli ascoltatori, anche quelli più datatati come chi si firma e come tanti lettori di questo magazine, come scrivevamo sopra.
Eppure un attento ascoltatore dei sui pezzi, non può non accorgersi che nelle parole traspare un imprecisato segno di maturità, che ti da da pensare che potrebbe non essere lei, meglio, solo lei l’autrice. Bene ne abbiamo parlato nell’intervista piacevole e appassionata con Asia. Nella sua giovane vita ha affrontato sfide impegnative: la paura dell’abbandono con tutti gli attacchi di panico conseguenti, la perdita della nonna e subito dopo quella del papà. Ecco perché la mamma è ora un faro e un punto di riferimento importante nella sua vita. Ecco perché Asia definisce la mamma il suo “terzo coach” e perché scrive “mood 16 anni”, ma si intuisce maturità nei testi.
Breve bio
In gran parte lo abbiamo scritto sopra. Il vero nome è Asia Antonietti e vive a Fano. Ha già prodotto ben quattro singoli (Lasciarsi Andare 2020, Non c’è un Giorno 2021, lo Faccio per me 2022 e Instabilità 2022). Si appassiona alla musica fin da bambina trovando in essa il suo rifugio sicuro. Come potrebbe essere altrimenti? Asia è seguita da una vocal coach e da un coach di interpretazione scenica, ecco perché la mamma la definisce “la terza coach”.
“Suicidio Gourmet”
“Suicidio Gourmet” affronta il tema di un amore giunto a “fine corsa”, ma che continua a viaggiare su un binario morto, di dipendenza. Si dovrebbe scrivere la parola “fine”, ma è una parola difficile da affrontare. Una lotta interiore tra la consapevolezza e la speranza del cuore e dei ricordi che tendono la loro trappola.
L’artista ha descritto così il suo brano: “Con la frase ‘siamo killer sfrenati e stanchi’ ho voluto dare la mia visione di una relazione esasperata in cui si rimane dentro, incagliati, per paura del cambiamento”.
Da notare che abbiamo volutamente omesso la parola “suicidio” nel titolo, perché immaginiamo che l’algoritmo di Zuckerberg lo avrebbe potuto censurare, ma qui il discorso andrebbe affrontato in chiave di intelligenza: il raffronto tra quella umana e quella artificiale. Ed è tutta un’altra storia, non come quella di Asia, del cui futuro artistico qui in redazione siamo pronti a scommettere!
Qui il VIDEO dialogo con Asia. Credeteci da non perdere neppure per un minuto!