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Arte e inclusione: il particolare che fa la differenza

Inclusione; Mismo di MariaConsiglia Stile
Mismo di MariaConsiglia Stile

Arte e inclusione

Inclusione. Grazie ai recenti studi e progressi nel mondo dell’istruzione, sempre più forte pare il tentativo di sensibilizzare i docenti e gli studenti all’inclusività, un termine tanto chiaro quanto raramente approfondito. Per definizione, l‘inclusione corrisponde al “rendere un elemento parte di un gruppo o un insieme” (Treccani), dinamica riscontrabile sia in ambito scientifico che sociale. Quando tocca quest’ultimo, la sensazione di far parte di un qualcosa, di sentirsi accettati e accolti, costituisce l’elemento di fondo e l’obiettivo primario.

L’indissolubile legame alle tematiche della vita

Già in altre occasioni abbiamo scritto e dimostrato come l’arte si leghi indissolubilmente alle tematiche della vita, assorbendole e interpretandole in modi differenti. La natura, la parità di genere, l’economia… sono tutti parte integrante dei diciassette obiettivi stilati all’interno dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per garantire uno sviluppo sostenibile a livello mondiale. Gli artisti, così come le gallerie e le associazioni che li sostengono, sono il veicolo centrale attraverso cui questi punti possono essere trattati, per avvicinarle maggiormente al pubblico che spesso necessita di stimoli visivi.

Arte e inclusione. “Sinestesia: Il particolare che fa la differenza”

Esemplare il caso di Divulgarti che, in collaborazione con l’associazione Arconte, Gruppo Città di Genova Onlus e Philos Accademia Pedagogica, ha inaugurato nella città ligure una mostra dai molteplici stimoli. “Sinestesia: Il particolare che fa la differenza“, tenutasi dal 9 al 23 settembre 2022 presso lo Spazio Divulgarti a Palazzo Ducale di Genova, fa parte di un progetto molto più grande intitolato “SPETTRO DELLE MIE BRAME”, volto a far conoscere un mondo da noi spesso ignorato, quello dell’Autismo e della Sindrome di Asperger.

L’obiettivo

Inclusione: Loredana Trestin e Ivano Malcotti
Loredana Trestin e Ivano Malcotti

L’obiettivo di Loredana Trestin, Simonetta Lumachi e Ivano Malcotti, è quello di proporre al visitatore la possibilità di imparare e relazionarsi con persone del settore, che si mettono in gioco con i loro punti di forza e debolezza, svelandosi davanti al pubblico. Fotografie, disegni, scritture autobiografiche, sculture, musiche e cortometraggi hanno accompagnato gli ospiti durante l’inaugurazione, scandendo le proposte culturali con momenti di conversazione con gli artisti proposti, che hanno avuto la possibilità di spiegare i dettagli relativi allo spettro dell’autismo personale e al trasferimento delle loro emozioni sulle attività creative in mostra.

Due punti su cui soffermarsi

Due punti sono emersi prepotentemente durante lo scambio di idee, due punti su cui tutti dovremmo soffermarci. Per prima cosa, spesso le persone affette da sindrome di Asperger e altre tipologie di autismo, hanno difficoltà a legare con il mondo circostante e le persone intorno a loro, non solo per un limite dovuto al disturbo del neuro-sviluppo, bensì per l’incapacità altrui di scontrarsi con questa situazione sociale. La domanda è: “che cosa possiamo fare per accogliere queste persone nella nostra vita?” La risposta è semplice: avere empatia. La capacità di mettersi in discussione e chiedere all’altra persona “che cosa posso fare?” è il punto di partenza e, dopo aver abbattuto il muro iniziale, possiamo essere accolti in un mondo fatto di colori, stimoli e sensazioni.

In secondo luogo, la maggioranza delle persone affette dalla sindrome hanno avuto una diagnosi solo in età adulta o avanzata. Proviamo ad immedesimarci nella situazione, nella sensazione di sentirci incompresi, diversi o estranei per gran parte della nostra vita. È proprio per evitare una tale sofferenza che si rende necessario un progetto del genere, per aiutare a capire e soprattutto per agire con consapevolezza in tutte le occasioni della vita.

Sei artisti “all’opera” …

A seguito della conferenza, sei artisti di fama internazionale hanno interpretato, attraverso opere fisiche e digitali, il tema della mostra. Per “sinestesia” si intende la capacità di percepire più sensi contemporaneamente, o di scatenare una sensazione non solo mentale. Per esempio, un colore può diventare espressione di un concetto, la visione di una determinata texture può rimandare al senso del tatto, oppure l’odore può richiamare a un ricordo della nostra infanzia ormai nascosto dentro di noi.

“Mismo” di Maria Consiglia Stile

Mismo: particolare

Esempio fondamentale è l’opera “Mismo” di Maria Consiglia Stile, artista e restauratrice dei beni culturali. Il quadro è dedicato ai bambini affetti da autismo, con cui lei stessa ha avuto modo di collaborare nell’ultimo periodo della sua vita. Il colore blu è da sempre associato all’autismo e alla sfera dell’intimità, uno spazio di pace che in questo caso è interrotto da una spirale infinita e materica sulla quale sono inseriti giochi per bambini che l’osservatore è invitato a toccare. Al centro dell’opera, un punto dorato quasi impercettibile esprime la razionalità umana all’interno della nostra mente. La domanda con cui l’artista ci lascia è la seguente: “Quanto lontana è la ragione se qualsiasi persona si perde nel viaggio mentale?”.

Ed è con questo quesito che dobbiamo fermarci a riflettere sul tema, a cosa possiamo fare nel nostro piccolo per migliorarci e migliorare la situazione delle persone che ci circondano. Ogni piccolo cambiamento inizia da noi e solo se facciamo sentire la nostra voce possiamo sollecitare una visibilità più grande.

Il particolare che fa la differenza: “Mismo” di Maria Consiglia Stile

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