Andrea, quarantotto anni. Casalingo per libera scelta!
Fa “il casalingo” per libera scelta, la crisi non c’entra.
Lui è Andrea
Proseguiamo a seguito dell’analisi dell’Istat sul “esercito di casalinghi”. Ieri abbiamo sentito Mario, oggi un milanese di successo.
Si chiama Andrea, quarantotto anni, casalingo per libera scelta.
Dan:- “Ciao Andrea. Perché hai preferito un nome fittizio?”
Andrea: – “Ciao Dan. Non è come pensi …”
Dan:- “No, io non penso nulla, vorrei solo chiarire per chi ci legge … “
Andrea: – “Intendevo dire che preferisco l’anonimato perché nella mia comunità sono molto conosciuto e non vorrei alimentare pettegolezzi, anche se la mia storia è ben risaputa”.
Dan: – “Raccontala anche a noi, per favore. Comincia dal tuo lavoro precedente. Non lo hai perso, ti sei licenziato …”
Andrea:- “Ero un dirigente nel settore delle risorse umane per conto di una multinazionale. Avevo raggiunto una tranquillità lavorativa decisamente inusuale per questi tempi”.
Dan:- “Però … ”.
Se manca la motivazione
Andrea: – “Però mi mancava qualcosa. Era come se tutto ciò per cui avevo lavorato sino a quel momento non fosse abbastanza. E’ difficile da spiegare ma non ero completamente realizzato nonostante avessi rivolto tutta la mia vita all’ottenimento di quei risultati che da anni avevo ormai conseguito.
Un giorno mia figlia minore, ne abbiamo due, all’epoca avevano quattordici e nove anni, si è fatta male. Mia moglie era all’estero … ”
Dan :- “Tua moglie è dirigente, vero?”
Andrea:- “Si, per una grande azienda tedesca. Mia moglie, dicevo, era all’estero. La signora che si occupava delle bambine in nostra assenza aveva chiesto un permesso di due giorni. Permesso che le avevo accordato. Morale, rimanevo solo io. Così ho lasciato l’ufficio e sono andato a prenderla. Nonostante l’apprensione del momento mi sono subito sentito “diverso”. Una volta vista mia figlia e aver constatato che aveva solo una sbucciatura al ginocchio e tanta, tanta paura, mi sono tranquillizzato.
Ho deciso così di portarla in giro per Milano e un bel gelato ha fatto il resto. Quando siamo rincasati, il fatto di trovarmi solo, ad un orario comunque per me inusuale, mi ha fatto sentire “strano” ma da questa stranezza ho desunto quello che forse mi era sfuggito per anni: il rapporto con la mia famiglia”.
Dan:- “Ma da quello che mi hai detto prima di iniziare questa intervista, sei sempre stato un marito e un padre molto presente”.
Andrea: – “Si, ma un conto è vivere la famiglia dividendo il tempo a disposizione con un lavoro che ti occupa per dieci – dodici ore al giorno ed un altro è viverla a tempo pieno. In breve ho scoperto cosa mi mancava realmente”
Dan: – “ E quindi?”
Ho elaborato le mie necessità
Andrea: – “Ho elaborato la mia necessità, ne ho parlato con mia moglie e alla fine mi sono messo in aspettativa per un periodo di prova in casa”.
Dan : – “direi che è andata bene alla fine, ma tua moglie come l’ha presa?”
Andrea :- “Mi ha spiazzato, ricordo che eravamo a cena in un ristorante. Lei era tornata nel pomeriggio da Francoforte e avevamo deciso di uscire perché era il nostro anniversario. Non ricordo le parole esatte poiché ero molto agitato, ma le ho palesato la mia intenzione di dedicarmi a tempo pieno alla famiglia. Lei mi ha completamente spiazzato: si è fatta una grassa risata e ha detto che si aspettava da anni questa scelta e, anzi, era sorpresa del fatto che non l’avessi manifestata prima”.
Una grande vittoria
Dan :- “Quindi un potenziale disastro si è trasformato in una grande vittoria”.
Andrea: – “Sì, una grandissima vittoria”.
Dan : – “E adesso?”
Andrea : – “Ora mi occupo a tempo pieno della casa. Pulisco, stiro, faccio la spesa, cucino, seguo, anche scolasticamente, le ragazze. Anzi, sono rappresentante di classe e, credo, tutti apprezzino il mio lavoro. Mi sento bene. Il rapporto con la mia famiglia va a gonfie vele”.
Dan:- “E tua moglie?”
Andrea: – “Mia moglie continua il suo lavoro. Le piace la piega che hanno preso le cose, ma mi ha anche detto di essere soprattutto felice per il fatto che io abbia trovato la mia dimensione”.
Dan :- “Sarà soprattutto contenta di trovarsi tutto fatto in casa”.
Andrea: – “In realtà se lo trovava già prima poiché avevamo chi se ne occupava. Naturalmente ora ci sono io”.
Dan:- “Sarebbe interessante intervistare tua moglie”
Andrea:- “E perché no? Ora è in Francia ma tra un paio di giorni rientra”.
L’accettazione degli altri
Dan:- “Gli altri, intendo quelli della tua comunità come ad esempio i genitori degli altri alunni, ti hanno accettato?”
Andrea :- “Inizialmente ho suscitato sentimenti contrapposti. Alcuni mi vedevano come un extraterrestre che, dall’alto del mio precedente lavoro, venissi a risolvere i loro problemi. Una buona parte, invece, pensava fossi un fallito o un nullafacente che sfruttasse la posizione della moglie per fare la bella vita, come se accudire alla casa e i figli fosse una lavoro di tutto riposo!
Col tempo, queste posizioni si sono stemperate e ora mi accettano quasi tutti, esclusa la fisiologica percentuale, per fortuna risicatissima, degli “incompatibili per carattere”.
Dan : – “Sei accettato più dalle madri o dai padri?”
Andrea: – “Inizialmente le madri sono più scettiche, ma anche le prime a cambiare idea alla luce dei fatti. Per i padri occorre un po’ di più ma il risultato, alla fine, è lo stesso”.
Dan : – “E i vostri amici, i vostri parenti?”.
Andrea: – “Entrambi i miei genitori sono morti prima che io compissi questa scelta, ma sono sicuro che l’avrebbero metabolizzata mentre i miei suoceri si sentono, per così dire, “rassicurati” dal fatto che sia direttamente io ad occuparmi di tutto. Quanto agli amici, dopo un primo, comprensibile stupore, nessuno ci bada più se non vogliamo considerare gli scherzi di alcuni bontemponi di cui sono di tanto in tanto oggetto. Ma a me non dispiace, anzi”.
Dan:- “E gli ex colleghi?”.
Andrea: – “Con alcuni di loro ho mantenuto buoni rapporti anche dopo le mie dimissioni e, come tutti, alla fine considerano la mia posizione assolutamente normale”.
Dan :- “Grazie Andrea, il tuo punto di vista ci è stato preziosissimo”.
Andrea : – “Di nulla Dan, grazie a te”.
Il confronto tra Andrea e Mario
Stando a queste due interviste, possiamo notare come situazioni previste o meno, alla fine, sfocino in una nuova configurazione del rapporto.
Giustamente si parla molto di donne ma vorrei spezzare una lancia anche per “l’altra metà del cielo” che dimostra come sia in grado di adattarsi e proporsi con la stessa abnegazione delle donne.
I due casi che abbiamo visto non sono che la punta dell’iceberg di quel mondo maschile sano, con principi e valori spesso oscurato dalle “mele marce” a cui i media danno molta voce per accaparrarsi qualche like in più. Noi di Globe ci impegnano e ci impegneremo sempre a riportare quello che è lo spirito che alberga nella vera umanità e che ha fatto di noi ciò che siamo, sicuramente con difetti ma anche tanti, tanti pregi.