Amore e primo amore, pene d’amore. Storie di tutti i giorni
Amore, primo amore, amore senza età. Ah che bello l’amore! E quanti modi di dire, quante canzoni e poesie sull’amore. “Al cuor non si comanda”; “Parlami d’Amore Mariù”; “Amor ch’a nullo amato amar perdona”. Persino il Sommo Poeta ne parla riferendosi a Paolo e Francesca, nel canto V dell’inferno. Vuoi che il nostro autore più eclettico Carlo Denei, non abbia nulla da dire in merito?
Amore e “rimorchio”
Parlando d’amore vorrei segnalare un fatto che m’ha aperto gli occhi su un argomento al quale, prima di sposarmi, tenevo parecchio: il rimorchio. Non voglio impartire lezioni di galanteria o altro, ci mancherebbe, sono la persona meno indicata; solo mi sarebbe caro scrivere alcune cose che, giunto alla mia età, credo d’aver capito. Ad esempio che con una donna, il primo impatto è quello che conta: quindi, se si riesce a catture la femmina desiderata con lo sguardo, si è già a metà dell’opera.
Sull’autobus numero 3
Il fatto che m’ha aperto gli occhi e la mente è questo: qualche giorno fa mi trovavo sull’autobus numero 3, che da Genova Piazza Principe mi riportava lentamente verso casa. Il mezzo era molto affollato ed io viaggiavo in piedi, un po’ perché il posto a sedere va lasciato alle persone anziane, un po’ perché se si viaggia senza biglietto è meglio essere pronti alla fuga. Quel giorno avevo il biglietto, ma a volte m’illudo di non averlo per sentirmi adolescente.
Ma veniamo ai fatti: durante il mio tragitto in bus mi accorgo che, tra la folla accalcata, molto vicino a me c’è una donna seduta, bellissima, che mi sta guardando. Non sono riuscito a capire che età avesse, ma credo si trattasse di una attraente cinquantenne, o forse di una splendida sessantenne, o al massino di una stratosferica ottantenne (oggi in giro ce ne sono!). Non riuscito neppure ad apprezzarne la statura perché era seduta, ma si vedeva che era bella. Col trascorrere dei minuti, il suo sguardo su di me s’è fatto insistente e malizioso, ma io ho resistito e non le ho dato soddisfazione: sono sposato, e poi voglio essere io a condurre il gioco. Così, durante il viaggio verso casa, ho cominciato a lanciarle malcelati sguardi e maliziosi sorrisi. Ad un certo momento la donna è crollata ed ha sorriso, s’è alzata in piedi e m’ha detto:
“Si segga, buon uomo”.
La prima vera relazione 💕
Con malcelato orgoglio sto per presentarvi uno dei miei pezzi di cabaret che più ho amato e che ho interpretato almeno un centinaio di volte. S’intitola Primo amore: recito la parte di un ragazzo tradito dalla fidanzata e ne racconto alcune tragiche peripezie. Il monologo faceva molto ridere, credo perché nella parte dello sfigato cornuto risultavo credibile.
La mia storia più importante è stata la prima, primissima, quella che ti fa scoprire le cose importanti come le prime carezze, i primi baci …le prime corna. Sì, pure quelle!
Ricordo i nostri approcci, un po’ confusi; io le dicevo anche qualche bugia, per conquistarla. L’avevo conosciuta al mare, in spiaggia, ma non sapevo come attaccar bottone:
“Di dove sei?”
Le chiesi con molta titubanza, e lei mi rispose:
“Sono di Legnano.”
Cercai subito un aggancio per dimostrarle che tra noi poteva esserci affinità, così inventai:
“Oh, di Legnano?!… Guarda che combinazione, mio nonno…”
Non potevo esagerare dicendo di avere un avo legnanese, la bugia era troppo grossa da sostenere a lungo in caso di matrimonio, così le dissi:
“Mio nonno ha una gamba di Legnano!”
Che bel dialogo! 🤦♂️
Ci mettemmo insieme. A volte le parlavo di calcio, lei di pallone non sapeva nulla, ma amava sentire gli uomini che ne parlano. Neppure io m’intendo di pallone, così inventavo:
“Sai che il Napoli ha comprato due terzini? E il Trapani ha comprato… una punta. Un inglese, Fisher”.
Questi erano i nostri dialoghi. Semplici. Domande semplici e risposte genuine:
“Prima di me hai avuto altri ragazzi?”
“Sì, prima di te stavo con un fotografo, era un ragazzo di colore”
Non ho mai capito perché sia finita. Era così bella la nostra storia! Tra noi c’era grande affinità di coppia. Lei mi accontentava facendo quello che piaceva fare a me ed io le restituivo il favore facendo quello che piaceva a lei, e questo succedeva soprattutto la domenica: lei allo stadio, coi miei amici e io a casa, a letto col postino.
Era ninfomane, ossessionata dal sesso, insomma, come un qualsiasi uomo normale, e diceva che stava con me solo per sesso. Io pensavo:
“Ma se davvero sta con un uomo solo per sesso, perché mai sta con me?!”
Dopo capii! Lei stava anche con me! Io la credevo fedele, invece aveva più rapporti della mia mountain bike. E un giorno la beccai in flagrante, con un altro uomo: alto, palestrato, tatuato. L’affrontai ugualmente, gli misi il dito indice vicino alla faccia dicendo:
“Tu! … tu vai bene così.”
Poi mi voltai verso di lei e dissi:
“Ma tu no, tu sei una cagna in calore!”
Lei pianse e si ribellò:
“No, non puoi dirmi cagna.”
E io non glielo dissi più, ma l’abbandonai in autostrada in pieno agosto. Lei mi corse dietro implorandomi che non la abbandonassi, che la perdonassi. Ed io… la perdonai!
Andata e ritorno, poi se n’è riandata! 🤢
Così tornammo insieme e pochi giorni dopo mi lasciò lei.
Io non riuscivo a darmi pace, non capivo come avesse potuto lasciarmi così, non capivo davvero come! Così lei, per farmi comprendere meglio, tornò con me e poi mi lasciò al rallentatore. Questa sì che è cortesia!
Rimasto solo, ricominciai a contare su me stesso: basta con tutte quelle frottole che mi raccontava, mi pareva ancora di sentirla:
“Ti amo, tu sei diverso dagli altri.”
Sì, gli altri… gli altri… CHI? Già da queste parole avrei dovuto insospettirmi! E poi, a lei non piacevano le mie passioni, le mie attività. Non voleva neppure che provassi a fare il comico e diceva sempre:
“Tu sei buono, sei caro, sei simpatico; ma non fare il comico, perché non fai ridere. Non farai mai ridere. Tu – mi diceva – sei nato per fare del sesso! Dedicati solo al sesso: lì sì, che fai ridere.”
Che dire, non sono neppure fortunato al gioco, e neppure in altri campi: voto Centrosinistra e tifo Genoa.
Alla prossima!