America, la percezione “loro”
Rubrica “Lo Sport nelle Immagini”
La percezione “loro” è l’ennesimo titolo particolare di Daniela Scalia, in cui all’interno del contenuto c’è tutta la spiegazione del suo significato. Leggendo lo capiremo immediatamente, ma “la percezione nostra” e intendiamo quella di Globe Today’s” media partner fin dall’inizio di SPORT CRIME, è di assoluta gioia e di consapevolezza dei futuri successi di questa serie TV così diversa come visione d’insieme, che è sbarcata sul più grande marketplace internazionale. Se Amazon l’ha inserita negli USA, il motivo non può essere dovuto soltanto alla percezione “loro”.

La percezione “loro”
Con lo “sbarco” in USA di Sport Crime abbiamo ricevuto delle domande specifiche molto pertinenti e interessanti sulla percezione del corpo legate alle etnie.
Per fortuna abbiamo “già risposto” in fase di invenzione iniziale molti anni fa. Mi spiego meglio.
La percezione del corpo in fiction e cinema è molto diversa da una “regione” all’altra. Perché regione? Perché a differenza delle censure ufficiali non si regola sui confini politici ma sulla cultura degli spettatori.
Se pensi a una serie internazionale e (ad esempio) agli Stati Uniti, ti devi “ricordare” che la comunità ispanica è immensa e dominante a livello di audience.
Se pensi al Regno Unito (UK, anche lì siamo distribuiti su Amazon Prime Video oltre che su Chili) devi quasi “partire” da una comunità asiatica che in molte zone non puoi nemmeno definire “minoranza”.
Nelle statistiche il numero delle visioni risulta “inglese”, ma ci sono 4 probabilità su 10 che davanti allo schermo ci sia Azam Singh, insegnante o idraulico di Luton.
Con la sua visione, la sua educazione, il suo senso del corpo.
Quindi: la varietà fisica, la quantità di tipologie fisiche, gli sport “da quattro gatti” secondo i finanziatori italiani che ci hanno chiuso il desk in faccia anni fa, riemergono adesso come rappresentazione di conquista.
Per questo siamo una delle poche serie (forse l’unica, ma voglio essere prudente) “Crime” senza limite di orari e fascia protetta, e – soprattutto – senza limite distributivo in nazioni rigide nei confronti della nudità.
Non ci serve.
La potenza fisica, il senso del muscolo, passa per strade diverse, ma deve essere pensata dall’inizio, dal primo bicipite, dal primo sportivo amatoriale che crea identità con la sua apparente limitazione atletica.
