Addio alla vecchia TV: negli USA arriva “Más con Filippo”
Il progetto crossmediale di Filippo Ferretti racconta un’America autentica e rivoluziona il modo di fare informazione tra TV, social e comunità globali

Nel panorama della comunicazione digitale e televisiva contemporanea, pochi professionisti riescono a incarnare lo spirito del cambiamento come Filippo Ferretti. Giornalista, reporter, conduttore e oggi anche content creator di successo, Ferretti ha saputo reinventare il proprio ruolo in un’epoca in cui l’informazione si trasforma e il pubblico reclama verità, empatia e autenticità. A riconoscerne il valore non è solo il pubblico internazionale, ma anche la piattaforma Feedspot, che lo ha inserito tra i Top 40 influencer latini nel mondo: unico italiano in classifica, primo per impatto nella categoria.
Nasce “Más con Filippo”
Viviamo un momento storico delicato. Negli Stati Uniti, come in gran parte dell’Occidente, il contesto politico è attraversato da polarizzazioni crescenti, mentre sul piano culturale si avverte un bisogno urgente di contenuti che uniscano piuttosto che dividere. In questo scenario, “Más con Filippo” si propone non solo come programma televisivo, ma come spazio di dialogo transnazionale, capace di mettere in relazione storie diverse e costruire ponti tra comunità lontane. Il programma nasce dal giornalismo ma vive nel linguaggio visivo dei social media, diventando un modello per chi vuole comunicare in modo nuovo, ma senza perdere profondità.
Il mondo dell’informazione visiva sta attraversando una delle sue metamorfosi più radicali. L’era d’oro della televisione generalista sembra definitivamente alle spalle, le grandi piattaforme di streaming accusano segni di saturazione creativa e, nel frattempo, una nuova figura si fa strada con forza: quella del content creator. In questo scenario in rapida evoluzione, si inserisce un progetto che sfida le regole tradizionali della narrazione televisiva: Más con Filippo.
Secondo i dati di Nielsen, nel 2024 meno del 50% del tempo speso davanti allo schermo negli Stati Uniti è stato dedicato alla televisione lineare. Le piattaforme di streaming, pur in crescita, mostrano segnali di stagnazione, mentre i contenuti brevi e personalizzati, tipici dei social media, stanno conquistando fette sempre più ampie di pubblico, soprattutto tra i giovani. In particolare, TikTok e YouTube assorbono oggi più attenzione rispetto ai classici network televisivi, segnando un cambio di paradigma nel consumo di contenuti.
Parliamone con Filippo
Ideato e condotto da Filippo Ferretti, giornalista con oltre vent’anni di carriera nei grandi network internazionali, tra cui Univision, il programma è una proposta coraggiosa che unisce reportage, storie umane, tematiche sociali e una struttura narrativa fluida e contemporanea. Abbiamo avuto l’occasione di incontrare Ferretti per parlare del progetto, della sua visione e del nuovo linguaggio dell’informazione audiovisiva.
Filippo, partiamo dall’inizio. Cos’è Más con Filippo?
“È un programma che nasce da un bisogno profondo di ritornare alle storie. Quelle vere. Dopo anni passati dietro una scrivania a leggere breaking news, ho sentito il bisogno di uscire, di camminare tra la gente, di ascoltare. “Más con Filippo “è un contenitore di volti, emozioni, racconti. Non è un talk show, non è solo informazione: è una finestra sull’umanità.”
Cosa rende il tuo progetto diverso da quello che siamo abituati a vedere in TV?
“La TV classica segue ancora formati rigidi. Ha orari, durate, linguaggi standardizzati. “Más con Filippo” è libero. Può durare dieci minuti o mezz’ora, può andare in onda in TV ma anche su YouTube o Instagram. Parliamo di salute mentale, immigrazione, spiritualità, giovani imprenditori, ma lo facciamo con una telecamera addosso, senza filtri. Il mio obiettivo è restituire dignità e profondità al racconto, anche quando il tempo è breve.”
Quanto ha influito il tuo background internazionale su questo progetto?
“Totalmente. Ho lavorato in dodici Paesi, in più lingue, e questo mi ha insegnato che la verità ha tanti accenti. La mia prospettiva è globale ma il mio tono è intimo. Voglio che chi guarda senta che gli sto parlando direttamente, anche se siamo a migliaia di chilometri di distanza.”
La figura del content creator sta soppiantando quella del conduttore tradizionale?
“Non la sta soppiantando, la sta evolvendo. Il pubblico oggi chiede autenticità, immediatezza e trasparenza. Chi comunica deve saper fare tutto: scrivere, girare, montare, postare. Deve anche sapere ascoltare, che è una competenza sempre più rara.”
In che modo “Más con Filippo “interpreta il cambiamento delle piattaforme e dei modelli di consumo?
“È un programma pensato per essere multi-piattaforma. Va in onda in TV, certo, ma nasce per essere distribuito e fruito anche online. Ogni episodio è costruito pensando a come può vivere su Instagram, su TikTok, su YouTube. Non si tratta solo di adattare il contenuto al formato, ma di crearlo già fluido, pronto per essere condiviso, commentato, discusso.”
Negli Stati Uniti hai trovato terreno fertile per questo tipo di innovazione?
“Assolutamente sì. L’America ha mille contraddizioni, ma ha una cosa meravigliosa: non ha paura di provare. Qui, se hai un’idea forte, puoi trovare spazio. “Más con Filippo” è nato a Tampa, in Florida, ma ha già toccato il cuore di comunità a New York, in Texas, nella Repubblica Dominicana. E ora sogniamo di farlo volare anche in Europa.”
Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi episodi?
“Tanti viaggi, fisici ed emotivi. Parleremo di bellezza non convenzionale, di chirurgia estetica vista dal punto di vista psicologico, di boxe come strumento educativo, di genitorialità consapevole, di spiritualità urbana. Ogni tema sarà trattato con delicatezza, ma anche con la forza narrativa di chi vuole lasciare un segno.”
Un’ultima domanda. Se dovessi descrivere “Más con Filippo “con una frase sola?
“È un programma che nasce dal giornalismo, vive nella realtà e sogna con la gente.”
In un momento storico in cui i confini tra informazione, intrattenimento e racconto sociale si fanno sempre più fluidi, “Más con Filippo “rappresenta una risposta concreta alla fame di contenuti veri. Non è solo un programma. È un modo diverso di guardare il mondo. E, forse, di cambiarlo un po’.

